di Ilario Balì
LOCRI – «Giuseppe era incapace di intendere e di volere per evidente infermità mentale». Non ha dubbi Francesco Bruno, consulente della difesa di Giuseppe Pilato, l’uomo accusato di aver ucciso la moglie Mary Cirillo nell’agosto 2014 a Monasterace. Il noto criminologo è stato sentito stamane davanti alla Corte d’Assise del tribunale di Locri dove è in corso il processo di primo grado al presunto killer della donna. Bruno ha visitato Pilato in carcere, diagnosticando uno stato depressivo nato prima dell’omicidio. A seguire l’imputato prima del delitto è stato invece lo psicologo e psicoterapeuta Mario Nicotera. Per il consulente del collegio difensivo «Pilato soffriva di una depressione determinata da vicende matrimoniali, aggravata dopo aver ricevuto la lettera di separazione da parte della moglie». Un principio di sindrome cotardiana secondo il consulente di parte, patologia che doveva essere costantemente monitorata. Intanto la Corte presieduta dal giudice Fulvio Accurso ha acquisito al fascicolo del dibattimento copia degli sms inviati dalla coppia al cellulare dello psicoterapeuta che aveva in cura Pilato. Nella prossima udienza, prevista a metà maggio, il tribunale nominerà un perito che avrà il compito di redigere una perizia per verificare la capacità di intendere e di volere dell’imputato.