di Antonella Scabellone
REGGIO CALABRIA- E’ iniziato questa mattina, innanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, il nuovo processo per l’omicidio di Gianluca Congiusta. Ciò, dopo che, lo scorso 6 marzo, la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado che confermava l’ergastolo per Tommaso Costa ritenuto il mandante di quel delitto.
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Dunque, tutto da rifare, e davanti a un’altra sezione della Corte (Lucisano Presidente a latere Crucitti)dove sono comparsi questa mattina, oltre alla famiglia Congiusta, Mario, Donatella e Roberta, gli avvocati di parte civile, Giuseppe Sgambellone e Geppo Femia, e il nuovo legale dell’imputato Tommaso Costa, l’avvocato Sandro Furfaro.
Un paio d’ore per l’avvio del nuovo procedimento nel quale, su richiesta del Procuratore generale Francesco Scuderi, a cui si sono associati i legali delle parti, è stata disposta la riapertura dell’istruttoria dibattimentale. Si inizierà il sette luglio quando verranno ascoltati il vicequestore Rocco Romeo, ex dirigente del Commissariato di Siderno, il commissario capo Francesco Giordano, anche lui in servizio a Siderno all’epoca dell’omicidio Congiusta, e gli ispettori Verduci e Cortale. Si proseguirà poi nelle udienze successive con l’audizione dei pentiti Vincenzo Curato e Giuseppe Costa e del nipote di quest’ultimo Francesco.
La Corte d’Assise d’Appello è chiamata a decidere in merito alla colpevolezza di Tommaso Costa accusato di essere il mandante dell’omicidio del giovane imprenditore sidernese avvenuto il 24 maggio del 2005. Secondo le indagini svolte dalla Dda reggina, condivise dai giudici di primo e secondo grado, il movente di quell’ omicidio sarebbe da ricondurre a una lettera estorsiva (da qui il nome del processo “lettera morta”) che Tommaso Costa avrebbe inviato ad Antonio Scarfò, futuro suocero di Gianluca, da cui derivò un intervento del giovane per cercare di impedire che si consumasse il reato, intervento che gli costò la vita.