*di Rosanna Scopelliti
ROMA- “Non esito a definire di portata storica la grandiosa operazione antimafia denominata ‘Aemilia‘, portata a termine dopo anni di indagini dalla DDA di Bologna e da diverse Compagnie dei Carabinieri sul territorio emiliano, in particolare quella di Fiorenzuola”.
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E’ quanto ha dichiarato l’on. Rosanna Scopelliti, deputato NCD e presidente del Comitato beni confiscati presso la Commissione Parlamentare Antimafia.
“Infatti – continua la parlamentare – oltre all’enorme numero di persone arrestate perché coinvolte a diverso titolo nei traffici in Emilia della cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri originaria di Crotone, ed alle centinaia di milioni di euro di beni sequestrati, è stato smantellato un vero e proprio sistema di potere che vedeva coinvolti personaggi del mondo della politica locale, delle professioni, appartenenti infedeli alle Forze dell’ordine e, per la prima volta, anche giornalisti”.
“Quest’ultimo particolare – incalza l’on. Scopelliti – fa balzare all’occhio in maniera inequivocabile quanto da tempo diversi soggetti qualificati vanno affermando, e cioè che la nuova frontiera della violenza mafiosa è quella della malainformazione. Infatti mentre ci sono coraggiosi giornalisti che rischiano la vita per la loro onestà professionale – prosegue la deputata antimafia -esistono anche giornalisti venduti al malaffare politico-mafioso che da un lato tentano di depistare e di distrarre l’opinione pubblica quando entrano nel mirino della Giustizia personaggi a loro vicini, e dall’altro si adoperano ad organizzare la cosiddetta ‘macchina del fango’, ovvero campagne di denigrazione e diffamazione, contro personaggi che danno fastidio ai loro sponsor”. “Oggi finalmente è chiaro – conclude Rosanna Scopelliti – e comprovato dalle indagini dell’operazione ‘Aemilia’ che bisogna indagare anche in questa direzione”.