(foto e video di Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI- Sono trascorsi 5 giorni dalla cosiddetta Operazione “€uro-Scuola” scattata alle prime luci dell’alba di venerdì scorso 7 aprile, portando all’esecuzione di 15 provvedimenti restrittivi della libertà personale dei Comuni di Locri e Roma, oltre al sequestro preventivo di ingenti beni mobili ed immobili anche per equivalente finalizzati alla confisca. Dalle indagini condotte infatti, è emerso che proprio gli immobili che ospitavano a Locri l’Istituto Statale d’Arte Panetta in contrada Gruramomma e l’Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Agricoltura (I.P.S.I.A.) di via Marconi, sono risultati essere totalmente abusivi. L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica- Direzione Distrettuale Antimafia, ha riguardato 15 soggetti (1 in custodia cautelare, 4 agli arresti domiciliari e 10 colpiti dalle misure dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), ritenuti responsabili (a vario titolo), di concorso di persone nei reati di truffa aggravata e continuata, abuso d’ufficio e frode nelle pubbliche forniture. Reati aggravati dalla circostanza di aver agevolato la cosca Cordì operante nel Comune di Locri e nelle zone limitrofe. I capi d’imputazione contestati hanno riguardato per la maggior parte degli indagati, incensurati e liberi professionisti. Tra i soggetti coinvolti, anche il padre del sindaco di Locri, Giovanni Calabrese.
Ed è proprio il primo cittadino a distanza di qualche giorno, a rompere il silenzio in apertura dell’odierna seduta consiliare dove, è apparso terribilmente provato dall’ultima vicenda giudiziaria <<Non c’è dubbio-ha esordito Calabrese– che a me che faccio politica, quello che sto vivendo, rappresenta una pagina dolorosa che ha inevitabilmente portato sconforto e per certi versi rabbia, sin dall’alba del 7 aprile, quando mi veniva comunicata l’operazione condotta e tra i nomi coinvolti, quello di mio padre, per fatti avvenuti 14 anni fa. Non entro nel merito della vicenda per rispetto della magistratura, alla quale ripongo piena fiducia; sono certo che mio padre e gli altri professionisti, avranno modo di dimostrare la loro estraneità alle accuse mosse, vicende che io conosco e che ho seguito in passato. Dalle indagini non ci sono riferimenti al mio percorso amministrativo, nè all’Amministrazione guidata da Francesco Macrì, né figurano atti che si riferiscono al mio precedente incarico di assessore provinciale all’Edilizia Scolastica. Ringrazio chi mi ha compreso e chi mi è stato vicino, a partire da tutto il Consiglio Comunale, l’incoraggiamento del vescovo Oliva e dell’Arma dei Carabinieri. La cosa mi ha sconvolto, sarei bugiardo se dicessi qualcosa di diverso. In attesa di sapere quale sarà l’evoluzione giudiziaria di questa vicenda (cui mio padre non ha nessun peso), ciò rappresenta per me un’inaudita violenza a quello che è sempre stato il mio impegno politico nei confronti di questa Città che, amo al pari dei miei figli, ho rivolto alla Città lo stesso amore. Questi 4 anni sono stati affrontati con impegno e sacrificio, con totale rispetto delle regole e totale trasparenza degli atti; l’abbiamo fatto con convinzione e soprattutto, l’abbiamo fatto con il conforto delle istituzioni, della magistratura e dell’Arma dei Carabinieri. Non siamo alla ricerca di visibilità. Questa Città spesso si fa male su singoli episodi. Io ho fatto un giuramento, giurando di prestare servizio a questa Città e ai cittadini e sono fiero di averlo fatto in un determinato modo, operando con la massima diligenza, garbo e attenzione in questo percorso, insieme a chi mi ha seguito, sopportato e supportato. I cittadini devono giudicare me e l’Amministrazione per quello che è stato fatto>>.
In merito alla prosecuzione del suo mandato e alle voci circolate in questi ultimi giorni, circa le sue eventuali dimissioni, il sindaco ha poi tenuto a precisare che <<Da quel venerdì mattina, non sono sereno per come ho impostato il mio impegno politico e per quelli che sono stati gli insegnamenti di mio padre, per tenermi lontano da certi ambienti che io ho sempre contrastato e trovarmi accostato indirettamente a questa vicenda, fa male e da qui, la sofferenza, forse la voglia di mollare e di scappare. Però allo stesso tempo, so di non essere solo, qui c’è una Città, c’è un intero Consiglio. Anche se è difficile andare avanti, credo non sia giusto chiudere questa parentesi, almeno per il momento. Ho bisogno di prendere un periodo di riposo per poter riflettere meglio e per cercare di trovare quella serenità necessaria per poter amministrare questa Città. In questo momento le mie condizioni di salute non mi accompagnano, è davvero faticoso e doloroso. L’Amministrazione andrà avanti, completerà il lavoro iniziato, io sarò al fianco della maggioranza, ma un po’ defilato, perché necessario e per ritrovare la serenità. Non consento di confondere la mia storia e il mio impegno con la mafia che odio, disconosco e va combattuta. Non sono stato io ad aver fatto male alla Città, nè mio padre, ma la mafia, la stragrande maggioranza delle persone oneste è stata ostaggio di questa violenza criminale. Io, la mia famiglia e la maggior parte dei cittadini, siamo persone oneste; c’è qualcosa che non ha funzionato in questa Città, strana e ambigua per certi versi, però una Città che deve guardare avanti. Io non fuggo, anzi approfitterò di queste vacanze pasquali, per trovare pace e serenità e stare al fianco di mio padre che si trova a dover vivere un momento drammatico. Conoscendo i tempi della giustizia, quando tutto si concluderà, probabilmente mio padre non ci sarà più. E gli sciacalli che in questi giorni hanno scritto tante sciocchezze (non mi riferisco alla stampa che ha fatto il proprio dovere), verranno ipocritamente a tendermi la mano. Purtroppo la vita riserva anche questo>>.
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