di Antonella Scabellone
SIDERNO- In un territorio ad alta densità mafiosa, dove le infiltrazioni della criminalità organizzata nella cosa pubblica non fanno neanche più notizia, fare il sindaco è estremamente rischioso.
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E così, dopo mesi e mesi di intercettazioni, durate anni, è finito in carcere Sabastiano Giorgi, dal 2008 al 2013 primo cittadino di San Luca, uno dei tanti comuni sciolti in Calabria per infiltrazioni mafiose. Insieme a lui in manette sono finite anche altre cinque persone tratte in arresto giovedì scorso dai carabinieri nell ’ambito dell’operazione denominata “Inganno”, che ha svelato i torbidi intrecci tra le cosche e la politica locale.
Tra gli arrestati anche a Rosy Canale (per lei di domiciliari), coordinatrice del movimento “Donne di San Luca” , e l’ex assessore all’ ambiente del comune aspromontano,Francesco Murdaca.
Per gli investigatori, l’ex sindaco Giorgi e il suo assessore apparterrebbero alla ‘ndrangheta, avendone favorito l’infiltrazione nel comune di San Luca in un’illecita gestione della cosa pubblica che, lungi dal perseguire il bene comune, avrebbe avuto al centro di tutto l’interesse particolare dei singoli. L’ex sindaco, per gli inquirenti eletto con il consenso e l’appoggio della locale ‘ndrangheta, avrebbe asservito l’attività amministrativa ai voleri della criminalità organizzata, soprattutto in materia di appalti e lavori pubblici. Si legge nell’ordinanza che i lavori di maggiore rilievo venivano assegnati alle ‘ndrine più importanti (Romeo,alias “Staccu”, Pelle, alias “Gambazza” e Nirta, alias “Scalzone”) mentre le somme urgenze a quelle di minor rilievo (Mammoliti alias “Fischiante”, Nirta alias “Terribile” e Strangio alias “Jancu”). Insomma, in comune si cercava di non scontentare nessuno, distribuendo incarichi a rotazione, ma sempre in un certo entourage.
Dall’ ordinanza emerge la figura di un sindaco “pressato” che non riesce ad imporsi alle ditte inadempienti aggiudicatarie degli appalti comunali, fino ad avallare ingiustificati ritardi nell’esecuzione dei lavori pubblici che vanno a compromettere l’interesse collettivo. Emblematica, in questo senso, la vicenda relativa al mancato completamento dei lavori della palestra della scuola elementare di cui si parla in un dialogo intercettato tra l’ex primo cittadino e l’assessore Murdaca, dove quest’ultimo lo avverte che per il suo comportamento omissivo rischia l’arresto. Dello stesso tenore una conversazione intercettata tra l’ex sindaco e Filippo Cataldo, responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Benestare che, in riferimento ad alcuni appalti aggiudicati e a irregolarità connesse lo avvisa “vi arrestano a tutti”. A Giorgi viene anche contestato di non aver riscosso i tributi e i canoni di occupazione dei suoli gravanti su appartenenti alle cosche di non aver denunziato abusi edilizi e le irregolarità nella cessione delle licenze. Ciò, al fine di garantire il mantenimento dell’occupazione delle cosche sul territorio e sull’ amministrazione comunale. Il sindaco in sostanza, per gli investigatori, si sarebbe trovato al centro di un sistema illecito di cui sarebbe diventato connivente per non averne denunciato irregolarità ed omissioni cercando nel contempo di favorire anche alcune ditte nell’ aggiudicazione delle gare. Tra questi appalti risaltano quello per il restauro del Santuario di Polsi e quello per l’edificazione della casa della legalità e della cultura.