R. & P.
Le infrastrutture, materiali e immateriali, sono fondamentali per un Paese che deve recuperare crescita e per un Meridione che è ancora ben lontano dal colmare il gap con il resto del Paese, ma per intervenire, privilegiando l’esistente e il già programmato, occorre agire sulla capacità di spesa di risorse pur disponibili, riconoscendo il ruolo delle professioni tecniche che sono raccordo tra politica e amministrazione. Questa la sintesi della prima giornata di lavori del Forum “Linea Sud: infrastrutture e ingegneria per la crescita-Proposte per il rilancio del Mezzogiorno”, organizzato nel capoluogo salentino dall’Ordine degli Ingegneri di Lecce a conclusione di un’attività coordinata tra i rappresentanti degli Ordini territoriali del Sud Italia che ha prodotto il documento programmatico condiviso con le emergenze infrastrutturali del Sud, assemblato dal Centro Studi del CNI, da portare all’attenzione del Governo. E sulla condivisione ha puntato, tra l’altro, nell’intervento di apertura dei lavori il presidente CNI Armando Zambrano. “Entro due mesi – ha annunciato – organizzeremo una Conferenza delle Professioni per individuare ed affrontare le necessità per lo sviluppo per il Paese. Ma non dobbiamo limitarci a puntare sulle nostre competenze. Dobbiamo avviare un confronto col mondo della politica per fare in modo che idee e progetti diventino poi realtà. Abbiamo un’idea di programmazione complessiva per il Mezzogiorno. Di ingegneri bravi ne abbiamo in abbondanza. A mancare è la capacità di spesa. Servono norme più chiare e semplici e tecnici in grado di valutare bene i progetti”.
Il tema del ruolo degli ingegneri nell’inversione di tendenza che si vuole promuovere nelle politiche per il Mezzogiorno, è stato introdotto nei saluti istituzionali dal presidente dell’Ordine di Lecce Raffaele Dell’Anna. “La Pubblica Amministrazione – ha detto – dovrebbe maggiormente concentrarsi su programmazione e controllo degli interventi di realizzazione delle opere pubbliche, lasciando ai professionisti tecnici la progettazione, ruolo che non può essere improvvisato né esercitato da chi è deputato a verificare che le opere vengano realizzate”. Il riferimento è alla Centrale unica di progettazione delle opere pubbliche, correttivo messo in campo dall’Esecutivo per scongiurare il rischio che ritardi e incapacità di spesa possano far svanire risorse già stanziate. E’ quello che è già accaduto proprio a Lecce con Unisalento a cui sono stati assegnati poi sottratti 49 milioni di fondi non spesi, poi riassegnati, e potrebbe accadere in Sicilia con ben 770 milioni a rischio. “Ho la sacrosanta responsabilità di adoperarmi per far spendere quei soldi: se c’è incapacità o cattiva volontà, interverrà l’Agenzia per la Coesione”, – ha assicurato il Ministro per il Sud, Barbara Lezzi, che ha anche sottolineato: “il divario tra Nord e Sud risiede soprattutto nelle connessioni scarse, sia viarie che ferroviarie. Non è accettabile, ad esempio, che un viaggiatore impieghi da Roma tre ore per andare in treno a Milano e cinque ore e mezza a Lecce, percorrendo una distanza simile. Noi siamo per intervenire in questo senso, ferma restando l’attenzione che abbiamo per il rispetto del territorio. Tav? Non siamo contro gli investimenti sulle ferrovie, ci sono molti interventi da fare su singole tratte. Ad esempio, siamo pronti a dire sì alla Ragusa-Catania. Ora c’è un importante negoziato per le risorse politiche di coesione. Per questo mi auguro che a livello europeo non si vada verso una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Ci sono circa 7 miliardi che possono arrivare dall’Europa per la messa in sicurezza di case e territorio”. L’intenzione del Governo è di cantierare quanto prima i progetti e di studiare misure per ovviare alla “debolezza” amministrativa che genera ritardi e mancata crescita. Sollecitata dalla domanda di una studentessa, poi, sull’edilizia scolastica il Ministro ha preannunciato la richiesta a regioni e comuni di una mappatura per poi mettere a sistema i fondi ad hoc. Immancabile, in terra salentina, la domanda sul gasdotto TAP. “L’opera è stata non solo progettata ma completamente autorizzata prima che si insediasse questo Esecutivo”, ha ribadito, “ma se le conclusioni della magistratura la bloccheranno, da noi certo non arriverà un decreto salva TAP”.
Quindi è stata la volta dei numeri, quelli contenuti nel “Libro bianco” stilato dagli ingegneri del Sud Italia e illustrato da Francesco Estrafallaces del Centro Studi CNI. Per il Mezzogiorno sono in cantiere opere in fase di realizzazione per 48 miliardi di euro. Tuttavia, il livello di spesa delle Regioni della dotazione di fondi disponibili nei singoli Piani Operativi Regionali 2014-2020 è molto basso ovunque ed a livelli preoccupanti nel Mezzogiorno. A due anni dalla chiusura dei Piani, si va dal 9,4% della Puglia al 2,6% del Molise. Dopo la crisi, si assiste a una leggera ripresa – +3,6% nel periodo 2014-2017 – ma bisogna invertire la tendenza per non vanificare questo risultato. Per farlo, si è studiata una programmazione che risponde alla finalità di collegare, incentivare i flussi, rendere sicure le infrastrutture, rendere funzionali poli metropolitani e poli produttivi con interventi che puntano a: adeguamento e completamento dei grandi assi viari; potenziamento degli assi trasversali di collegamento regionale (es. l’alta velocità Napoli-Bari); messa in sicurezza e manutenzione dei grandi assi viari; bonifiche, rigenerazione, valorizzazione dei territori esistenti.
Su questi temi si è sviluppato il dibattito nella tavola rotonda animata dalle testimonianze degli Ordini territoriali del Meridione, discutendo, precisa l’ing. Domenico Condelli in qualità di Presidente Ordine Ingegneri di Reggio Calabria, anche della viabilità calabrese, del porto di Gioia Tauro, dell’Autostrada A2, dei porti turistici nella Regione Calabria e della strada statale 106, non trascurando anche le infrastrutture immateriali. Erano presenti tutti i presidenti dei 5 Ordini della Calabria.
Il racconto di esperienze e progetti dei principali operatori delle reti infrastrutturali materiali e immateriali nazionali ha occupato la sessione pomeridiana di lavori, “Per un Sud connesso e innovativo”. Ne hanno discusso Gianni Massa vice presidente vicario CNI, Cosimo Bianco, city manager Open Fiber, Alessandro Fidato, chief operating officer Aeroporto Napoli Capodichino, Roberto Pagone, direttore Area Sud RFI, Angelo Santo Luongo, esperto Ingegneria dei Trasporti e Massimo Simonini, dirigente Anas.