L’identificazione di MJ5 è un’altra puntata della caccia alle streghe che alcune dichiarazioni di esponenti politici hanno alimentato
di Oipa
TRENTINO – Quel che temevamo ora è certificato dall’analisi del dna. È MJ5 l’orso trovato morto lo scorso autunno nei pressi di Bresimo, in provincia di Trento. Sconosciute le cause del decesso, ora si attende l’esito dell’autopsia dell’Istituto zooprofilattico delle Tre Venezie. «Cronaca di una morte annunciata», è il commento dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che si è battuta sino all’ultimo per la sua incolumità e la sua libertà sin dall’inizio della vicenda quando, a inizio marzo, il plantigrado fu ritenuto il responsabile dell’aggressione in Val di Rabbi del fratello del sindaco di Rabbi, Alessandro Cicolini.
MJ5, 18 anni, pur non rientrando nella lista degli orsi aggressivi, era stato condannato a morte dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, con un’ordinanza subito impugnata dall’Oipa e da altre associazioni e quindi sospesa. All’indomani di quello che aveva tutti i connotati di un cosiddetto “falso attacco”, Fugatti, contestualmente aveva annunciato di aver chiesto un parere all’Ispra ma, a seguito della richiesta di accesso agli atti dell’Oipa, l’Istituto informò che non era stata ricevuta alcuna richiesta di parere.
«L’identificazione di MJ5 è un’altra puntata della caccia alle streghe che anche alcune dichiarazioni di esponenti politici hanno alimentato», rileva l’Oipa. «È di mercoledì 10 maggio, per esempio, una dichiarazione preoccupante del consigliere trentino Ivano Job che,durante la discussione sulle risoluzioni collegate alla comunicazione sulla gestione degli orsi del presidente della Fugatti, ha affermato che “se non ci sarà una risposta di buon senso, ponendo prima le persone e poi gli animali, i trentini non subiranno ancora”».
MJ5 era un orso elusivo e il comportamento assunto in Val di Rabbi è stata una normale reazione conseguente alla minaccia percepita. La comparsa improvvisa da un punto cieco, di un cane e di una persona che si è data alla fuga precipitosa hanno creato un mix esplosivo per l’orso, sorpreso nel suo ambiente, senza vie di fuga. Quindi l’animale ha messo in atto i comportamenti tipici della specie. Non è neppure per ora assodato che le ferite riportate dalla persona coinvolta siano attribuibili all’orso. In ogni caso, un “falso attacco” giustificherebbe tutt’al più un’azione di controllo “non energica”: caso simile, dunque, a quello dell’orsa JJ4 per la quale l’Ispra aveva in passato escluso l’abbattimento.