di Francesca Cusumano
A trionfare alla Notte degli Oscar 2023, nella notte tra l’11 e il 12 marzo, al Dolby Theatre di Los Angels, con 7 statuette su 11 candidature, è stato il film “Everything Everywhere All at Once”, scritto e diretto dai registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert.
Alla pellicola che racchiude un mix di generi, quali la commedia, l’avventura, l’azione, il fantastico e la fantascienza, ma anche il dramma familiare con tematiche Lgbt, sono andati i premi come: miglior film; migliore regia (ai registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert); migliore attrice protagonista, che risponde al nome di Michelle Yeoh, prima donna asiatica, di origine malese ad aver ottenuto questo importante riconoscimento; miglior attore non protagonista, andato a Ke Huy Quan; migliore attrice non protagonista, a Jamie Lee Curtis; e ancora, miglior montaggio (a Paul Rogers) e migliore sceneggiatura originale.
LA TRAMA
Il film racconta la storia di un’immigrata cinese, Evelyn Wang, proprietaria di una lavanderia a gettoni negli Usa che gestisce con il marito Waymond, il cui matrimonio è da tempo finito, una donna provata dalla crisi economica, che si prende cura del vecchio padre, nonchè al contempo, madre di una figlia adolescente che non riesce più a comprendere. Sarà un controllo fiscale a portare Evelyn verso un mondo straordinario, il metaverso. La protagonista verrà così trascinata “in un’avventura avvincente, nella quale incontrerà persone che le daranno indicazioni giuste, altre al contrario, che cercheranno di metterla in trappola. Chiamata a salvare il destino degli universi, Evelyn dovrà attingere a tutto il suo coraggio per sconfiggere un nemico all’apparenza inarrestabile e riportare così l’armonia nella sua famiglia”.
GLI ALTRI VINCITORI
La prestigiosa statuetta d’oro è andata al film “Niente di nuovo sul fronte occidentale” di Edward Berger, al quale sono andati 4 Oscar come: miglior film internazionale, miglior colonna sonora (al compositore e pianista tedesco Volker Bertelmann), miglior fotografia (James Friend) e miglior sceneggiatura (Christian M. Goldbeck e da Ernestine Hipper).
Poi è stata la volta di Brendan Fraser per “The whale”, come miglior attore protagonista.
Miglior corto animato a “The boy, the mole, the fox, and the horse”.
Migliori costumi a Ruth E. Carter per “Black Panther: Wakanda Forever”.
Miglior cortometraggio a “An Irish goodbye”.
Miglior sonoro a Mark Weingarten, James H. Mather, Al Nelson, Chris Burdon e Mark Taylor per “Top Gun: Maverick”.
Miglior sceneggiaura non originale a Sarah Polley, per il film “Women talking”.
Miglior film d’animazione a “Pinocchio” di Guillermo del Toro.
Migliore canzone a “Naatu Naatu da Rrr”.
Miglior Makeup e Hairstyling a Adrien Morot, Judy Chin e Anne Marie Bradley, per “The Whale”.
Migliori effetti visivi a Joe Letteri, Richard Baneham, Eric Saindon e Daniel Barret, per “Avatar: La via dell’acqua”.
Miglior documentario a “Navalny “di Daniel Roher, Odessa Rae, Diane Becker, Melanie Miller e Shane Boris.
Miglior corto documentario a “The elephant whisperers” di Kartiki Gonsalves e Guneet Monga.
A non entrare nella cerchia dei vincitori, Alba Rohrwacher, regista italiana del film “Le pupille”, sebbene alcune indiscrezioni trapelate lo dessero tra i favoriti, nella categoria come miglior cortometraggio.