di Gianluca Albanese
LOCRI – Spiace constatarlo, ma a quanto pare non è cambiato nulla dopo la manifestazione a difesa dell’ospedale di Locri dello scorso 17 ottobre.
La nostra amara considerazione si basa sulle ataviche criticità del presidio ospedaliero della Locride che permangono: dall’avaria del Centro Unico Prenotazioni, al mancato funzionamento del servizio di Radiologia e alle carenze della diagnostica in generale. Dal Pronto Soccorso spesso in sofferenza per eccesso di utenza, alla progressiva riduzione dei posti letto. In Chirurgia, al momento, ce ne sono solo dieci: due camere (una per le donne ricoverate; l’altra per gli uomini) che a volte, per assolute esigenze mediche diventano “miste”.
Ma i problemi sono anche strutturali. Nelle scorse settimane abbiamo fotografato il corridoio del blocco operatorio col controsoffitto rovinato dalle piogge abbondanti che hanno danneggiato parecchi punti del nosocomio.
Oggi ci soffermiamo sui numeri degli ascensori: sono a dir poco sconfortanti.
Nel lato in cui si trovano i reparti di Rianimazione, Chirurgia, Cardiologia, Endoscopia Digestiva, Radiologia, Ortopedia e Urologia, funziona solo un ascensore sui quattro omologati per il trasporto di barelle, tanto che gli addetti si trovano, sovente, a dover fare la spola tra i reparti servendosi delle scale; ovviamente questo è possibile se devono portare referti o campioni. Servirsi delle scale, invece, è impossibile se bisogna accompagnare pazienti, specie quelli affetti da gravi patologie.
Un ascensore funzionante su sei, invece, è il rapporto che riguarda gli ascensori riservati ai visitatori.
Non va meglio dal lato dei poliambulatori.
Qui funziona un solo ascensore sui tre omologati per il trasporto barelle, mentre i due riservati ai visitatori non funzionano, e uno è sotto sequestro dopo un sinistro.
«Manca il minimo indispensabile», ci riferisce un infermiere mentre, come ogni turno di lavoro, è costretto a fare i salti mortali per garantire la giusta assistenza ai pazienti.
Già perché i numeri, i bilanci, i rilievi e le lotte interne contano nell’ottica ragionieristica della sanità, la cui finalità, però, è quella di curare gli ammalati.
E’ davvero così difficile ricordarsene ogni giorno per chi ha in mano le leve della sanità calabrese?
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