RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Nel corso dell’ultima assemblea, il Movimento Locrinasce, partendo da quanto previsto dal recente decreto n. 30 del 3 marzo 2016 a firma del Commissario ad acta per il Piano di rientro riguardante il riordino della rete ospedaliera in Calabria, ha affrontato un dibattito molto partecipato che ha riguardato molti temi della Sanità nella Locride.
Con il nuovo decreto del commissario Scura il numero dei posti letto presenti nell’Ospedale di Locri – un ospedale spoke con dipartimento d’emergenza ed accettazione di primo livello – è di 252 con un lieve incremento rispetto a quanto previsto in precedenza. Nella rimodulazione della dotazione dei posti letto per disciplina, quelli previsti nell’area dell’emergenza-urgenza, di specialità, di lungodegenza e per le attività di recupero-riabilitazione rappresentano certamente una risposta concreta a bisogni attualmente inevasi. L’ aumento dei posti letto è in linea con le indicazioni previste dal decreto del Ministero della Salute n. 70 del 2 aprile 2015 sui nuovi standard dell’assistenza ospedaliera. Ma, più che il numero dei posti letto e delle strutture ospedaliere, quello che conta è vedere come è attualmente organizzato nel suo complesso il sistema delle cure nella Locride. Senza, ad esempio, un progressivo trasferimento di prestazioni, tradizionalmente erogate in regime di ricovero ospedaliero, verso modelli assistenziali a minore intensità ma con pari efficacia e sicurezza (servizi sanitari territoriali), qualsiasi aumento dei posti letto non sarà mai sufficiente. Ovviamente le strutture sono importanti, ma i cittadini sono interessati soprattutto ai servizi che queste strutture debbono erogare. Nella Locride, sino ad oggi, molto di quanto previsto da questi decreti di riordino non ha avuto una ricaduta concreta sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e di personale. Da molto tempo e da più parti si chiede in maniera pressante che l’Ospedale di Locri abbia la possibilità di operare in condizioni di “normalità”. Purtroppo, dopo oltre sei anni di Piano di rientro, di blocco totale delle assunzioni e di gestioni varie, la situazione nell’ Ospedale di Locri è molto critica. A parte le carenze strutturali e tecnologiche, in quasi tutte le unità operative ospedaliere la dotazione organica di personale è insufficiente e, in alcune, così carente che non si riescono più a garantire i livelli essenziali di assistenza obbligatori per legge. Non si può accettare, inoltre, il funzionamento a singhiozzo del CUP, né gli ulteriori ritardi sulla ristrutturazione edilizia in presenza dei finanziamenti, né il mancato funzionamento H24 del servizio di elisoccorso o addirittura l’ulteriore declassamento del servizio di endoscopia digestiva che è stata assimilata alla medicina interna,branca quest’ultima non compatibile con i processi chirurgici d’emergenza urgenza di cui l’endoscopia digestiva costituisce pietra angolare.Non è difficile capire cosa succede in una unità operativa ospedaliera quando al posto di 6-7 medici ce ne sono 3-4 o anche meno: la qualità e la quantità delle prestazioni erogate si riducono ed a farne le spese sono soprattutto i cittadini che hanno bisogno e che per molte prestazioni sono costretti a rivolgersi presso altre strutture pubbliche e private, sia regionali che extraregionali, con gravi disagi personali e pesanti ripercussioni sul già gravoso debito sanitario per mobilità passiva. Queste carenze costringono i sanitari a lavorare in perenne emergenza e possono considerarsi come le prime cause degli episodi di malasanità;forse sarebbe opportuno l’intervento preventivo (e non successivo all’evento fatale) delle task force, non solo negli ospedali dell’ASP reggina ma in tutto il territorio calabrese,al fine di accertare il rispetto dei livelli organizzativi e le condizioni inadeguate in cui gli operatori sanitari sono costretti a lavorare.Ciò costituirebbe anche un freno alla c.d. medicina difensiva che è indubbio oggi costituisca la prima causa di lievitazione della spesa sanitaria con richiesta di esami e somministrazione di costose cure inutili.
Il movimento Locrinasce ritiene che nella seduta del prossimo Consiglio Regionale dedicato alla Sanità, queste istanze debbano essere ribadite con forza chiedendo un intervento tempestivo complessivo in un territorio come la Locride che, sulla carta si vede riconosciuta una sua specificità, ma a cui di fatto si nega la possibilità di operare e di crescere.
Per il Coordinatore Il Presidente
Emanuele Marando Raffaele Ferraro