di Gianluca Albanese
LOCRI – Questa testata non utilizza quasi mai dichiarazioni estrapolate da “post” sui social network, per chiara scelta editoriale. Ma l’allarme lanciato stasera dall’epidemiologo Filomena Zappia merita di essere ripreso e diffuso a tutti i livelli perché evidenzia una situazione assai grave che potrebbe riguardare ognuno di noi, o i nostri più stretti congiunti. Riguarda l’attesa – estenuante – per i pazienti da ricoverare (anche quelli affetti da patologie gravi) dei risultati dei tamponi per rilevare l’eventuale positività al Covid-19. Proprio così: non essendo attivato, per questo genere di accertamenti, il laboratorio analisi dell’ospedale di Locri, i risultati devono arrivare da Reggio Calabria, con conseguente dilatazione dei tempi di attesa che, in alcuni casi, può avere gravi conseguenze.
Di seguito il testo integrale del “post” della dottoressa Zappia: «Quanto sta succedendo all’ospedale di Locri e probabilmente anche all’ospedale di Gioia Tauro è allucinante. Pazienti con sospetta pancreatite o sospetto infarto, vengono trattenuti in Pronto Soccorso su una barella qualche giorno e fino a quando non arriva il risultato del tampone da Reggio Calabria per valutare una possibile positività al Covid-19. Questo è inammissibile in quanto tutti i pazienti con necessità di ricovero devono essere sì controllati tramite tampone per eventuale positività al virus ma contemporaneamente vanno non solo sottoposti ad accertamenti, ma trattati per la patologia di ricovero subito in luoghi dedicati e come se fossero positivi. Ma l’attesa non deve andare oltre le poche ore e subito dopo i pazienti vanno smistati ai reparti di destinazione. Mi auguro che questo sistema venga denunciato presso i vertici aziendali e si intervenga celermente ripristinando quello che è un diritto di ciascun cittadino di questo comprensorio: ricevere le terapie adeguate nei tempi più rapidi possibili in relazione alla gravità della patologia. È naturalmente inammissibile che i test (tamponi e test sierologici), non vengano effettuati in tutte le strutture di ricovero».