di Francesca Cusumano
LOCRI – E’ partita la petizione lanciata dal presidente del Tribunale dei Diritti del Malato e del Cittadino, Pino Mammoliti, contro lo smantellamento dell’ospedale cittadino.
Qualche giorno fa, lo stesso aveva invitato i cittadini, con un post sulla sua pagina social, a procedere alla raccolta delle firme, per chiedere le dimissioni del direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia, “perchè ogni sua azione – aveva scritto – ed ogni sua omissione, è in netto contrasto con il funzionamento dell’ospedale di Locri”.
Il 7 agosto scorso, nell’incontro promosso da Pino Mammoliti, in cui le tematiche affrontate sono state sanità e chiusura Strada -Jonio Tirreno (a partire dal prossimo gennaio 2024), nel cui dibattito, aveva partecipato anche la garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli, era stato proprio il presidente del Tribunale dei Diritti del Malato e del Cittadino, ad evidenziare, attraverso relativa documentazione, le criticità che attanagliano alcuni reparti del nosocomio di contrada Verga, chiedendo (a nome dei cittadini della Locride) al commissario regionale della Sanità, Roberto Occhiuto e alla manager aziendale, Lucia Di Furia, risposte concrete, alle non più procrastinabili emergenze, dovute alla mancanza di medici ed in particolare, nella divisione Cardiologia-Utic, nella quale mancano oltre al primario, almeno 5 medici, di cui un’impiantista di pacemaker, per le emergenze quotidiane; e poi, potenziamento del personale medico anche in Radiologia, nel cui reparto, esercitano solo 3 radiologi, compreso il primario che, da soli, non possono più reggere il peso dell’utenza; anche in Pediatria, il personale medico è costretto a turni al limite della sofferenza fisica; nonchè la divisione di Nefrologia e Dialisi, in cui si registrano quasi cento utenti al giorno, sorretta da soli tre medici; segnalata anche l’Urologia, con due soli medici, con il terzo, prossimo al pensionamento; ed infine, la Gastroenterologia, con un solo medico che esegue esami di diagnostica (colon e gastroscopia) e che avrebbe necessità di altre due unità.
In quell’incontro, Mammoliti aveva proposto “una resistenza civile che va oltre passerelle”, assumendo scelte coraggiose di ribellione sociale, per la tutela del Diritto alla Salute.
Da qui, la petizione e l’appello di Mammoliti ai cittadini a firmare per “Salvare le nostre vite. Sottoscrivere e condividere, è un’esigenza di legittima difesa personale e collettiva. E’ ora più che mai necessario procedere, tutti uniti, a difendere il nostro Diritto alla Salute, dall’evidente volontà di smantellare l’ospedale di Locri. Per fare questo – sottolinea il presidente del Tribunale dei Diritti del Malato e del Cittadino – dobbiamo chiedere la rimozione del manager aziendale, primo vero ostacolo al funzionamento dell’ospedale, a causa della sua ostinata decisione di non prendere atto che a Locri mancano 18 dirigenti medici e poco utile si rivela la presenza, sempre insufficiente di infermieri ed operatori socio-sanitari. Vi chiedo – conclude Mammoliti – di partecipare alla petizione di sdegno civile e firmare per il Diritto alla Vita”.
E da oggi, la suddetta petizione è aperta, al seguente link https://chng.it/ZRb7WcZrnt.