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PALIZZI – Il depuratore di Palizzi Marina dopo essere diventato una sorta di fondo di sostentamento alle attività delle solite imprese, il 24 agosto 2016 è stato sottoposto a sequestro dalle autorità competenti.
Sono almeno 8 le imprese che nel corso del 2016 sono intervenute per riparare i danni al depuratore e alla sua rete di servizio senza alcun risultato apprezzabile.
I fondi di bilancio, che gravano sulle tasse applicate alla piccola comunità, ammontano ad oltre 70.000.00 euro più quelle collegate.
A luglio sono stati coperti gli scoli fetidi e rifatto un invaso in prossimità della spiaggia per raccogliere quelle che, ci si augura, siano acque reflue. In merito, non risulta nessuna pubblicazione all’albo del comune dei provvedimenti amministrativi di autorizzazione, impegni di spesa e affidamento dei lavori alle ditte incaricate, né si conoscono modalità di gestione del depuratore, personale impiegato, affidamento a ditte esterne. Mancando qualsiasi atto deliberativo e conseguente autorizzazione alla spesa, non è possibile esaminare il fascicolo fantasma e prendere gli opportuni provvedimenti per ripristinare almeno un minimo di efficienza operativa e ridare legittimità all’azione amministrativa.
L’amministrazione comunale, in evidente ritardo, ha pubblicato lo stesso giorno del sequestro due determine dirigenziali dell’ufficio tecnico – la n. 109-162 e la n. 110-163 – con le quali rispettivamente si impegna la spesa per il prelievo, il trasporto e lo smaltimento dei fanghi, poi si incarica una ditta per effettuare le analisi delle acque.
Questi provvedimenti adottati in contemporanea con l’impianto depurativo sotto sequestro dimostrano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la superficialità di una gestione amministrativa approssimativa e confusa, anche sui termini basilari della legalità.