di Gianluca Albanese
SIDERNO – Abbiamo sentito parlare del sindacato di Polizia Coisp nelle scorse settimane per la vicenda della manifestazione a favore dei colleghi arrestati per l’omicidio Aldrovandi. Un caso spinoso, accaduto migliaia di chilometri da qui ma che riteniamo non debba costituire l’unico elemento identificativo di una sigla che rappresenta parecchi lavoratori di un settore delicato come quello della pubblica sicurezza. Per saperne di più sul Coisp abbiamo interpellato il segretario regionale aggiunto Bruno Panetta, un uomo della Locride in forza al Commissariato di Siderno. Panetta preferisce non commentare le polemiche del caso Aldrovandi ma ci offre un quadro più chiaro della situazione riguardante la sigla sindacale che rappresenta.
Le recenti cronache nazionali parlano della vostra sigla come di un piccolo sindacato. In realtà, in termini di percentuale, quanti sono i vostri iscritti a livello nazionale e quanti a livello regionale?
“Il Coisp – Sindacato Indipendente di Polizia – è nato nel 1992 dalla scissione di un gruppo di sindacalisti formatisi professionalmente nei sindacati di polizia dell’area autonoma. Negli ultimi anni il Coisp ha alla guida Franco Maccari che sposando in toto, con un gruppo di fedelissimi, i valori dell’indipendenza sindacale e dell’autonomia, ha portato questo Sindacato al raddoppio degli iscritti in poco tempo e ad essere se non il primo, uno dei sindacati in ascesa negli ultimi anni. Oggi il Coisp, dopo aver superato di molto la soglia di rappresentatività nazionale, è tra i sindacati maggiormente rappresentativi all’interno della Polizia di Stato. Va comunque detto che se pur il Coisp è in forte crescita è, in termini numerici, inferiore agli storici sindacati della polizia. Allo stato attuale in modo approssimativo il Coisp nel panorama Nazionale si colloca con circa il 15% in media tra il dato associativo e quello elettorale. Le stesse proiezioni si possono riscontrare in Calabria con delle significative differenze per provincia”.
Siete un sindacato autonomo, dunque non collaterale a ideologie politiche, vero?
“Il Coisp oggi mantiene a pieno titolo i valori dell’autonomia e dell’indipendenza. Questi elementi indissolubili rappresentano gli unici pilastri su cui si poggia l’intera struttura del Sindacato Indipendente di Polizia. Nel tempo queste qualità hanno fatto si’ che confluissero tra le file del Coisp diversi storici fondatori dei Sindacati dell’area autonoma. Oggi il gruppo dei dirigenti del Coisp è unito prevalentemente da questi valori, dalla serietà e determinazione condivisa con cui si affrontano sindacalmente i problemi lavorativi che causano disagio ai poliziotti. Le rivendicazioni che con forza e sacrifici portano avanti i dirigenti del Coisp, sia a livello Nazionale che in Calabria, hanno la sola finalità di porre l’attenzione, di chi è preposto a decidere, sulle difficoltà lavorative che quotidianamente incontrano gli operatori di polizia. Rendere maggiormente efficiente la struttura della Polizia di Stato attraverso il miglioramento delle condizioni lavorative degli stessi dipendenti, porta sicuramente una migliore tutela dei diritti e della sicurezza dei cittadini.
Grazie alla forte considerazione che si dà all’interno della struttura sindacale ai predetti valori il resto diventa secondario e di poca importanza. Infatti tra i militanti del Coisp in Calabria come nel resto delle Regioni, sicuramente vi sono diversità di ideologie politiche e di valutazione dell’azione politica. Quindi il Coisp calabrese potrebbe essere paragonato ad un contenitore di diversità che si muove nella sola direzione della tutela dei diritti dei poliziotti.
Quali sono le principali difficoltà che incontrano i lavoratori della polizia in Italia?
“Posso prevalentemente rappresentare alcune delle criticità che incontrano i poliziotti in Calabria che sicuramente rispecchiano quelle di altri uffici di Polizia in Italia. L’elemento prevalente di preoccupazione in Calabria è il blocco del turnover tra il personale, l’innalzamento dell’età media tra i poliziotti e la riduzione degli organici di moltissimi Uffici. Accanto a questi significativi problemi si aggiunge il provvedimento normativa emanato con la “spending review” che ha messo in ginocchio molti settori della Polizia di Stato ed ha causato il blocco degli stipendi e delle indennità accessorie di tutti i poliziotti. Infatti la riduzione della spesa ha portato all’interno degli uffici di polizia calabresi una carenza di materiali che vanno dalla semplice carta per la stampante, ai computer e alle autovetture per i vari servizi di polizia”.
Quali sono le vostre proposte più importanti per migliorare la condizione dei lavoratori nella pubblica sicurezza?
“Innanzi tutto va precisato che non deve passare il principio che il Sindacato Indipendente di Polizia sia un’antagonista dell’Amministrazione di Pubblica Sicurezza o dei vari rappresentanti della stessa sul territorio. Il Coisp in Calabria quando è stato possibile ha sempre dialogato con i rappresentanti dell’Amministrazione cercando anche di essere propositivo uscendo fuori degli schemi del sindacalismo classico. E’ ovvio che la struttura del Coisp Calabria, di fronte a problematiche importanti che possono mettere a rischio la sicurezza degli operatori o il mancato riconoscimento di un diritto, mette in campo una sana e incisiva battaglia sindacale in sintonia con quello che è il ruolo per cui è preposto senza fare sconti per nessuno. L’azione posta in essere dal Coisp in Calabria – tramite la figura di Giuseppe Brugnano segretario regionale – è stata quella di contribuire ad evidenziare a livello nazionale la necessità di riconoscere agli operatori di polizia, tramite atti legislativi, la specificità del lavoro a cui sono preposti. L’azione sindacale portata avanti in questi anni in Calabria dalle segreterie provinciali del Coisp con il sostegno della struttura regionale, è stata quella di chiedere ai rappresentanti Istituzionali, anche attraverso il valido sostegno della stampa, il potenziamento degli organici di alcuni uffici, il rafforzamento dei mezzi in dotazione, un’equa ridistribuzione dei carichi di lavoro nel rispetto di quanto contenuto nell’Accordo Nazionale Quadro”.
Sulla diffusione della cultura della legalità avete intrapreso qualche iniziativa particolare? Cosa ne pensate di questo genere di iniziative?
“Ritengo che per legalità si debba intendere il rispetto delle regole, anche quelle che possono sembrare meno importanti. Il rispetto del principio di legalità si ha quando un individuo compie un qualsiasi atto quotidiano senza, limitare, ledere o creare un danno ad altrui. Vi è legalità quando vi è solidarietà e rispetto verso i più deboli. Quando nella vita si agisce senza prevaricazione.
Sulla base di questi principi il Coisp Calabria accanto a quella che è l’azione sindacale primaria ha avviato una serie di iniziative, culturali e sociali in diverse province calabresi orientate al rispetto della legalità. Quindi riteniamo che iniziative di questo genere siano importanti e necessarie al fine di sensibilizzare le persone al rispetto delle regole e dei diritti degli altri”.
Un consiglio che si sente di dare a un giovane (o a una ragazza) che sogna di entrare in Polizia.
“Non è facile dare consigli su un lavoro così particolare e nel suo complesso non facile. A chi realmente sente di volersi avvicinare a questo lavoro direi di curare particolarmente la preparazione professionale e se si dovesse poi concretizzare la scelta di entrare nella struttura della Polizia di Stato, di svolgere sempre qualsiasi tipo di servizio, con il massimo impegno, onestà, serietà e con la sensibilità umana che ogni caso richiede”.