RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Martedì 29 marzo con il movimento Liberi di Ricominciare abbiamo organizzato una manifestazione scendendo in piazza non per “ingenerosi attacchi a Marco Minniti”, ma per protestare contro le sue offensive dichiarazioni. Sarebbero forse bastate le scuse pubbliche per far tornare il sorriso ai Platiesi, in fondo siamo calabresi e, come si sa, abbiamo un cuore grande e non portiamo rancore.
È doveroso precisare che non abbiamo mai messo in discussione l’operato del sottosegretario né tantomeno la sua illustre persona; mettiamo invece in discussione una frase, una indegna frase che non solo fa male, ma ferisce la dignità e l’orgoglio dell’intera Calabria.
Hanno perso l’ennesima occasione di ridare dignità a quei territori plagiati dalla storia del passato e condannati spregiudicatamente ad essere luogo comune di ‘ndrangheta.
Fanno invece sorridere le dichiarazioni di Magorno che invece di scusarsi con la popolazione di Platì, tenta in modo alquanto infelice, di difendere il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Marco Minniti, dopo la pessima figura fatta in occasione degli atti terroristici di Molenbeeck.
Come ha affermato il senatore Domenico Scilipoti “La ‘ndrangheta, come ogni altra organizzazione mafiosa, è un cancro che va combattuto con ogni mezzo, in Calabria come nel resto del Paese”. Ma una cosa è certa nessuno può arrogarsi il diritto di gettare fango sulla nostra cultura, criminalizzando un intero paese e paragonandolo addirittura alla spregiudicata e sanguinaria popolazione jihadista.
Concordo soprattutto con quanto affermato dal Vescovo Francesco Oliva nella lettera indirizzata ai cittadini di Platì in occasione della Santa Pasqua “Non è accettabile che questo paese possa essere accostato al terrorismo jihadista. Sbaglia chi preso troppo dalla politica e dimentico delle sue radici, possa affermare in una sede istituzionale qualificata che “il livello di radicamento del terrorismo jihadista a Molenbeeck è come quello della ‘ndrangheta a Platì in Calabria”. Un accostamento del genere non solo è fuori luogo, ma offende una cittadina come Platì, che merita ben altra attenzione per la sua condizione geografica e la povertà del suo territorio. E’ il caso che si parli di Platì venendo incontro ai suoi problemi, garantendone anzitutto il diritto al lavoro.”
La nostra manifestazione ha avuto come unico obiettivo quello di dar voce, attraverso un’assemblea pubblica, alla rabbia della popolazione di Platì offesa dall’ignobile e spregevole atteggiamento di denigrazione internazionale un uomo di governo.
La partecipatissima assemblea, ha sottolineato l’ipocrisia di chi siede in un Parlamento stracolmo di indagati e dimentica che la responsabilità penale è personale guardando in Aspromonte. Un politico calabrese, per giunta, come Minniti.
Chiunque a Platì sia stato riconosciuto colpevole di un reato è stato processato e ha espiato la sua pena, per cui lo Stato o per meglio dire il Governo non può fare due pesi e due misure, e deve garantire che non vi sia disparità di trattamento.
Platì e i platiesi tutti hanno bisogno di tornare a credere nella democrazia, hanno bisogno di sapere che la legge è uguale per tutti e che la sua applicazione non lascia spazio a interpretazioni di comodo.
Sbaglia ,chi preso dalla politica offende la nostra cittadina che merita ben altre attenzioni.
E’ il caso che si parli di Platì venendo incontro ai suoi problemi garantendo innanzitutto il diritto al lavoro.
Alla disponibilità del sen. Scilipoti (unico rappresentante politico ad aver risposto al nostro appello) l’assemblea ha chiesto di trasformare il verbale della giornata in atto di sindacato ispettivo.
All’unanimità la popolazione di Platì chiude i lavori con le seguenti richieste «Chiediamo una interrogazione parlamentare o una mozione di sfiducia , verso l’on. Marco Minniti, perché è giusto che questa offesa venga chiarita dal Parlamento. Non possiamo accontentarci nemmeno delle eventuali scuse qualora dovessero intervenire a cura dello stesso Minniti»
Il Presidente Liberi di Ricominciare
Paolo Ferrara