SIDERNO – Se c’è una cosa che il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero ha in comune con Beppe Grillo è l’eloquio diretto e senza fronzoli, sparate a effetto (come quella riportata nel titolo) comprese. Proprio così, il Ferrero visto stasera all’Ymca davanti a una folla di militanti e simpatizzanti come non si vedeva da anni, forse da decenni, non ha concesso nulla alla retorica e nemmeno all’ortodossia. Non vuole un partito della Rifondazione Comunista nostalgico, ripiegato sul passato e su quello che fu. Ferrero parla di economia, di cose concrete, di salari e precariato, di servizi sociali che vengono meno, di proposte per ridurre i costi della politica e definisce le politiche figlie della crisi «una grande menzogna».
E allora per una sera Siderno torna ad essere la “rossa”. E’ andato ben oltre le più rosee – pardon “rosse” – aspettative l’incontro di stasera, per la soddisfazione dei militanti di sempre, come Damocle Argirò, vera anima dell’evento, del segretario cittadino Totò Sgambelluri, dello storico leader della vallata del Torbido Nicola Limoncino, del novantenne Peppe Reale, ex vicesindaco comunista della Siderno che fu, che dal pulpito è andato oltre l’aspetto ancora giovane e battagliero, sfoderando la grinta di chi ha combattuto le grandi battaglie sociali del ‘900. Fuori dall’agenda Monti, fuori dalle Primarie, fuori dal teatrino della politica odierna che sembra voler emarginare le forze della Sinistra radicale, la gente accorsa in massa all’Ymca voleva sentire cose di sinistra e le ha avute tutte, senza sconti. E probabilmente quelli che hanno sempre creduto al sogno di una società migliore, più giusta e più equa, stasera si sentiranno meno soli.
Dopo il saluto del segretario cittadino Sgambelluri, ha moderato i lavori l’inossidabile Limoncino. Accanto a lui il segretario regionale Tassone, quello provinciale Loria, la rappresentante dei giovani comunisti Giorgia Sorace. Nessuna remora, da parte loro, a parlare di concetti che sembravano consegnati alla storia, compreso quello di lotta di classe, ma traslati nella realtà odierna, fatta di salari bassi, servizi sociali frutto di conquiste sudate dalle generazioni passate che ora vengono meno, di sanità e trasporti indegni di un Paese europeo, di istruzione che non è più un diritto ma sembra un lusso. Molti gli interventi da parte del pubblico, nel quale sono presenti, tra gli altri, l’ex sindaco di Caulonia Ilario Ammendolia, l’ex vicesindaco di Locri Aldo Dattilo e molti militanti di partiti e movimenti dei centrosinistra. Tra loro il presidente di Siderno Libera Sandro Siciliano. Tante tessere del fu Pci in tasca, ma anche tanta voglia di guardare al futuro «Perchè – ha spiegato – in fondo anche il mio movimento vuole realizzare una piccola utopia: cambiare questa città reduce da tre lustri di malgoverno del centrodestra, coinvolgendo tutte le anime del centrosinistra cittadino». E poi: «Bisogna tornare a mettere al centro dell’agenda politica, ma anche dell’attenzione mediatica, il mondo del lavoro, che invece viene subordinato al Palazzo, come dimostra l’eccessiva luce sulle Primarie dell’altro ieri, mentre meriterebbe più attenzione la lotta dei lavoratori senza stipendio come quelli di Geo Ambiente». Giovanni Maiolo da Caulonia è arrabbiato con l’alta finanza che domina il mondo globalizzato ed esorta, pieno di passione «I comunisti e tutta la Sinistra a uscire dalla marginalità in cui si trovano». Lo Giacco da Palmi parla della crisi della Ferrovie della Calabria «Verso la quale – ha detto – solo il Prc ha mostrato attenzione e vicinanza». E se Nucera da Bianco ha invitato il segretario a «ricostruire il rapporto con la base» , il segretario provinciale Loria vede un Prc «Che esce rinvigorito dall’incontro di stasera, nel quale è facile cogliere un nuovo afflato per ricostuire la Sinistra. Stasera – ha aggiunto – non ci sono le truppe cammellate che troppo spesso si vedono nelle manifestazioni politiche di oggi». Il segretario regionale Rocco Tassone ha alzato l’asticella: «A pochi metri da qui – ha detto – c’è la ferrovia ionica, quella del binario unico e non elettrificato. La morte degli operai rumeni a Rossano – ha proseguito Tassone – è una strage di Stato e l’unica forma di solidarietà possibile con i poveri braccianti dell’Est scomparsi è proseguire nelle nostre lotte, prima tra tutte la battaglia referendaria promossa da Rifondazione su temi di assoluto valore come le pensioni e i salari».
La folla è carica al punto giusto e quando prende la parola Ferrero parla per un’ora a braccio. Abbigliamento minimalista e accento torinese, Ferrero inizia dalla crisi «e dalle grandi menzogne che ci vengono propinate dal Governo che vorrebbe far pagare il prezzo della crisi alle classi sociali più deboli».
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L’ex dipendente della Fiat parla a un pubblico che è stanco dell’assuefazione che sembra pervadere il popolo italiano, che giorno dopo giorno è costretto a stringere la cinghia in silenzio,«perchè c’è la crisi»
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Parla della grande informazione nazionale omologata «Che – ha detto – tace sui provvedimenti europei che ridurranno all’osso i margini di azione di chiunque andrà al governo del Paese, e agevola l’azione di chi vorrebbe riequilibrare i conti dello Stato a spese della povera gente, foraggiando invece le banche e gli speculatori». Cita in positivo l’esempio di Roosvelt e del suo intervento pubblico nell’economia col quale, grazie alle politiche di welfare si è superato il momento difficile, ma non le manda a dire nemmeno a due democratici contemporanei come Clinton e Obama.
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Quindi, conclude invitando tutti a firmare le proposte di referendum promosse da Rifondazione, invoca l’unità delle forze di sinistra «Per tornare a fare – ha detto – quell’opposizione che in questi anni è mancata sia in Parlamento che nell’informazione e le conseguenze nefaste sono sotto gli occhi di tutti. Mi rivolgo – ha aggiunto – anche a chi ha votato Vendola alle primarie cercando di spostare a sinistra l’asse della politica, ma non si può però inseguire Bersani che a sua volta insegue Casini al Centro, perchè dai momenti difficili come questo non se ne esce dal Centro e solo una Sinistra forte può evitare derive nazionaliste e neonaziste come quella dei greci di Alba Dorata. Di sicuro – ha concluso – l’Italia deve ritrovare la propria sovranità nazionale e non limitarsi a obbedire agli ordini della Merkel».
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La sala si svuota lentamente sotto le note di “Bandiera rossa” diffuse dall’impianto di amplificazione. La lunga teoria di militanti e simpatizzanti in fila per congratularsi col segretario sembra non finire mai. Quando è ora di chiudere, i militanti ripongono tappeto, sedie, materiale referendario e le tante bandiere. Quelle stesse bandiere che, da stasera, terranno un po’ più alte di ieri.
GIANLUCA ALBANESE