di Paolo Fragomeni*
Caro direttore, leggo sempre con molto interesse le Sue articolate e lucide riflessioni politiche, condividendo molte cose e, a volte, dissentendo. Mi intriga intervenire sulla sua riflessione circa il dato elettorale regionale di Siderno e più precisamente circa il presunto successo del candidato locale della lista ‘La Sinistra’, che Lei indica come il vincitore di questa competizione collocandolo in antitesi al suo ex partito di provenienza.
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1 Non c’è alcun dubbio che il candidato in questione conti su un consenso considerevole, acquisito grazie alla sua lunga militanza politica e al prestigioso ruolo di sindaco ricoperto per tanti anni, e sarebbe sciocco e antistorico negarlo, anche se, va detto, questo è in calo costante e ancorpiù insufficiente per assicurare la vittoria del centrosinistra, per come dimostrato nelle ultime due tornate elettorali per il rinnovo del consiglio comunale di Siderno.
2 Egli era l’unico candidato sidernese in lizza e sappiamo quanto il localismo e il campanilismo influiscono sulle scelte degli elettori e, in ogni caso, si ferma al di sotto delle aspettative.
3 Mi pare di capire che una parte di aderenti al PD, a suo tempo entrati nel partito al seguito del nostro ( non certo la segretaria cittadina che, coerentemente, ha fatto campagna elettorale per il partito da lei rappresentato), abbia dimenticato di avere una tessera di partito in tasca che imporrebbe lealtà e condivisione per la linea e gli obiettivi che il possederla richiede.
4 Il dato relativo al PD, per come Lei lo riporta, non è del tutto esatto dovendo aggiungere a quei voti altri 190 della lista gemella del Partito Democratico, ossia la lista dei ‘Democratici Progressisti’ fortemente voluta dal segretario regionale Magorno per dare voce a personalità impegnate nelle Istituzioni e nelle associazioni. Si accorgerà che la differenza tra il candidato de ‘La Sinistra’ e il PD non è nei termini e nella misura che lei evidenzia (1869 contro 1215).
5 Prima di affermare chi sia vero o presunto interprete della sinistra sarebbe interessante definire cosa sia la sinistra oggi. Se essere di sinistra vuol dire, sempre e comunque, schierarsi in antitesi con chi ricopre posizioni e responsabilità di governo è un conto (tanto non c’è strategia più comoda, oggi, che cavalcare il malcontento popolare e fare testimonianza). Se essere di sinistra, invece, significa operare da una difficoltosa posizione di governo per estendere i diritti, redistribuire la ricchezza, rinnovare le Istituzioni, risanare il bilancio dello Stato senza intaccare lo stato sociale, puntare sulla scuola, compiere scelte per far ripartire l’economia e l’occupazione giovanile, imporsi in Europa come forza moderna e credibile, beh! Allora è tutta un’altra storia!
6 Non è tanto importante il consenso quanto l’uso che se ne fa. Da questo punto di vista se la scelta del nostro di candidarsi alle regionali è stata anche dettata, come lei sostiene, dall’intento di ‘dimostrare chi è il più forte’ a Siderno (ma io non lo credo), ciò non sarebbe di aiuto al cs nè a quel processo unitario necessario per costruire una coalizione progressista. Detto questo il suddetto deve scomparire dalla scena politica? Certamente no, ma dovrebbe ripensare al suo ruolo che, a mio modesto avviso, dovrebbe essere di supporto ad un processo di ‘successione’ di ceto politico senza altra pretesa.
7 Il dato politico più interessante e preoccupante al tempo stesso, in tutta questa storia, è l’astensionismo di massa che se da un lato è comprensibile visto l’andazzo generale e l’inconcludenza delle giunte regionali succedutesi negli ultimi vent’anni, rappresenta anche una resa della coscienza civile in questa nostra regione.
Come sempre, cordiali saluti.
Paolo Fragomeni.
*: militante del Pd e già capogruppo in consiglio comunale
Prendiamo atto delle riflessioni di Paolo Fragomeni, al quale ci legano sentimenti di affettuosa e lunga amicizia personale, oltre che di stima. Ne rispettiamo il contenuto, anche se il tentativo di mitigare la debacle elettorale del Pd sidernese ricorrendo alla somma algebrica dei voti della lista di partito a quella dei Democratici Progressisti non ci convince.
Non foss’altro che per la considerazione che il dato ottenuto da Panetta sia risultato di quattro volte maggiore di quello tributato al candidato Seby Romeo, sostenuto da quasi tutto il direttivo del circolo cittadino del Pd. E’ lì, in quel bacino elettorale fino alla scorsa competizione elettorale comune, che si è giocata la partita tra Panetta e la sua parente Mariateresa Fragomeni che con tutta probabilità deve proprio a Panetta l’impegno che la rese, dal 2007 in poi, vincitrice di tutti i congressi cittadini del circolo sidernese del Pd, da lei condotto ininterrottamente da sette anni. Poi, c’è stato chi si è impegnato nella campagna elettorale in maniera autonoma, contribuendo a portare voti al Pd, ma a favore di candidati diversi. Angelo Errigo e Gabriella Boccuti, ad esempio, hanno sostenuto Peppe Giordano (78 voti per lui a Siderno), Maria Grazia Messineo si è impegnata per votare e far votare Nicola Irto (102 preferenze), quasi 200 hanno votato Battaglia, mentre 69 (tra cui lo stesso Paolo Fragomeni) hanno, verosimilmente, preferito votare Giuseppe Neri, eletto consigliere regionale nella lista dei Democratici Progressisti che a Siderno ha ottenuto comunque 190 voti, non tantissimi.
La nostra riflessione si fonda su un dato numerico che ha premiato, a Siderno, Panetta e la lista in cui si è candidato. Tutto quello che riguarda le prospettive future del Pd di Siderno, delle sue molteplici componenti e degli altri partiti del centrosinistra cittadino esula dalla nostra analisi e deve costituire – a nostro modo di vedere – oggetto di riflessione e confronto all’interno dei partiti. Magari facendo in modo che il Pd, per il ruolo guida della coalizione di centrosinistra che gli spetta di diritto, sappia trovare una leadership capace di aggregare le varie anime del partito, ponendo fine alla spinta centrifuga che ormai dura da troppi anni e cominciando a includere piuttosto che a escludere i non allineati. Almeno è quanto rileviamo dal nostro osservatorio inevitabilmente “terzo” rispetto alla politica militante ma sempre attento ai fenomeni politici del comprensorio, e teso a evidenziare i dati e i numeri che li rappresentano, anche a costo di dire delle verità che, al momento, possono apparire scomode e urticanti.
Con l’affetto e la stima di sempre.
Gianluca Albanese