di mons. Francesco Oliva*
Carissimi Studenti, vogliate accogliere il mio pensiero augurale in occasione della Pasqua. Un augurio non di circostanza, ma sincero, che tocca le profondità del cuore e porta all’incontro con Colui che dà vita e speranza anche di fronte la morte. Quello del Signore della vita, dal quale tutto trae origine. Ve lo esprimo con una stretta di mano idealmente tesa a ciascuno di voi e con le stesse parole di don Tonino Bello, il santo vescovo di Molfetta:
“Come vorrei togliervi dall’anima, quasi dall’imboccatura di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace! Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza, per farvi capire di quanto amore intendo caricarla: “coraggio”! La Risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, è il paradigma dei nostri destini. La Risurrezione. Non la distruzione. Non la catastrofe. Non l’olocausto planetario. Non la fine. Non il precipitare nel nulla […]. Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via… La luce e la speranza allarghino le feritoie della vostra prigione”.
Inoltre, desidero complimentarmi con quanti di voi hanno partecipato alla xxii Giornata della Memoria e dell’Impegno, organizzata da Libera di don Luigi Ciotti e da Avviso Pubblico. È stata una manifestazione che ha messo in luce il volto bello e positivo della nostra terra, diversamente da quello che spesso ci si vuol far credere. So che tanti, in quel pomeriggio, hanno anche partecipato ai laboratori, che hanno trasformato la giornata in “evento culturale”. Qualche giorno prima, invece, il Presidente della Repubblica, accolto presso lo stadio di Locri con l’Inno Mameli, ci aveva consegnato un messaggio che merita molta attenzione. Risuonavano forti parole come: “è necessario non fermarsi e prosciugare le paludi dell’inefficienza, dell’arbitrio, del clientelismo, del favoritismo, della corruzione, della mancanza dello Stato, che sono l’ambiente naturale in cui le mafie vivono e prosperano”. E condannando le mafie aggiungeva: “i mafiosi non conoscono pietà né umanità. I loro sicari colpiscono, con viltà, persone inermi e disarmate”. Queste parole del Presidente sono il manifesto di una Locride nuova, capace di voltare pagina. A Voi, cari studenti, questa importante consegna. Un grazie di cuore anche ai vostri dirigenti e docenti, che hanno favorito la vostra partecipazione.
In fine, senza voler con questo togliere tempo al vostro studio, in questa fase cruciale dell’anno scolastico, da vivere superando ogni distrazione con la diligenza di chi sa che dallo studio e dalla cultura dipende la propria realizzazione, mi è gradita l’occasione per invitarvi a partecipare al Concorso indetto dal Santuario della Madonna della Montagna di Polsi: “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza. La Locride: quali percorsi di rinascita e di sviluppo?”.
A tutti Buona Pasqua, con la speranza di risorgere con Cristo gustando la bellezza del Suo Amore.
Con amicizia e cordialità
*: vescovo della diocesi di Locri-Gerace