di Adelina B. Scorda (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – Inizia all’insegna della solidarietà ad Alfonso Passafaro l’assise comunale tenutasi a Locri questa sera. Cospicui gli atti di stima e vicinanza pervenuti in questi giorni non solo dalle autorità provinciali e regionali e dal mondo sindacale, ma da tutte le autorità politiche locali, un episodio drammatico che ha colpito e che rattrista tutta la città di Locri.
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Ma è l’assessore Passafaro che prima dell’inizio dei lavori consiliari a prendere la parola: «Voglio chiarire quanto accaduto – dice – vorrei spiegarlo per chiarirlo, forse prima e me e poi agli altri. Sto aspettando che le indagini facciano il loro corso per capire se la tentata aggressione consumatasi nei mie confronti, sia da legare alla mia attività politica o no. Quello che intanto posso garantire, e mi dispiace che si pensi altro, è che purtroppo non conosco le ragioni che hanno spinto quegli individui ad aggredirmi, nè tantomeno, so chi sono. Sull’onestà di quello che dico nessuno può sindacare. Rispetto l’Arma dei Carabinieri e il lavoro che svolgono, e mi dispiace che al loro interno ci sia qualcuno che non crede nelle mie dichiarazioni, ma io non sono stato in grado di riconoscerli. Non mi tirerò di certo indietro, però, nel momento in cui mi si chiederà di riconoscerli».
Un’affermazione, questa, che farà da supporto alla costituzione da parte del comune come parte civile, come ha successivamente dichiarato il sindaco Calabrese.
Un episodio che ha sicuramente turbato gli animi, ma che non ha affievolito la volontà di tutta l’amministrazione nella lotta alla criminalità, «ma se è questa la società che cresce, allora – prosegue Passafaro – le problematiche che ci troviamo affrontare sono realmente drammatiche. Devo dire – ha proseguito Passafaro – però che quanto accaduto, mi sta facendo riflettere sulla possibilità di rassegnare le dimissioni dalla carica che ricopro, una decisone che vorrò e dovrò prendere confrontandomi prima di tutto con la mia famiglia».
La parola in merito all’argomento è stata presa anche dall’opposizione che per bocca di Mammoliti prima e di Cavo poi che non solo ha dichiarato la totale critica e ferma condanna a quanto accaduto, ma spingendosi un po’ oltre le solite dichiarazioni di solidarietà e plausi alle forze dell’ordine ha invece chiarito la necessità di chiedere il conto a chi vigila sulla sicurezza dei cittadini. «Dobbiamo chiedere a questi signori, cosa stanno facendo per garantire la sicurezza della città e dei nostri cittadini che subiscono ogni giorno abusi. Qual è il senso di avere delle telecamere di videosorveglianza se poi non funzionano?».
Toni diversi, dunque, fra critiche e condanne, che lasciano dopo quasi trenta minuti spazio alla concertazione consiliare.
E dall’approvazione del verbale della seduta precedente si procede velocemente alla dissertazione sulla nomina dei rappresentanti del Comune nel CdA delle Terme di Antonimina, una scelta non condivisa da Mammoliti che ha dichiarato: “il percorso individuato per intercettare i due dottori poteva intraprendere una via di coinvolgimento e condivisione che non c’è stata. Ritengo – ha proseguito – che non siano le migliori espressioni per questa città e propongo la convocazione dei rappresentanti al consiglio di amministrazione in consiglio per comprendere qual è il programma del tandem Macrì-Zadotti». Affermazione alle quali Calabrese ha risposto: “Chiederemo di venire a illustrare il programma di rilancio delle terme, un processo per la verità già iniziato, posso garantire intanto che si sta lavorando bene ma saranno i fatti a dimostrarlo».
Si passa poi all’interrogazione posta da Cavo sui lavori inerenti la barra realizzata sul lungomare lato sud. «Non un’interrogazione posta sul perché dei lavori ma sulle modalità di esecuzione ponendoci – dice – un problema di responsabilità. Secondo noi si è aperta di fatto una nuova strada comunale e l’assenza di un collaudo o di un progetto da parte dell’ufficio tecnico metterà nei guai questa amministrazione in caso qualcuno si facesse male. Chiedo, pertanto che in previsione della prossima estate si adottino tutte le cautele necessarie per mettere in sicurezza la strada ed evitare al Comune possibili richieste di risarcimento».
Secondo l’assessore Fontana invece, «non trattandosi dell’apertura di una nuova strada e visto che in merito alla questione ci siamo confrontati con l’ufficio tecnico non abbiamo ritenuto necessario l’elaborazione di un progetto».
Votata all’unanimità infine l’approvazione del protocollo d’intesa con la procura della Repubblica presso il tribunale di Locri, convenzione attraverso cui l’ufficio anagrafe svolgerà e funzioni del casellario giudiziale, e il nuovo regolamento di funzionamento del consiglio comunale redatto ed elaborato dall’apposita commissione consiliare bipartisan.