di Adelina B. Scorda
Mentre nella Piana di Gioia Tauro il patto Renzi-Falcomatà ha prodotto il finanziamento di una grande opera come il lungomare Gioia-Palmi, nella Locride questa capacità di cooperazione sembra non riuscire ad affascinare più delle logiche settoriali.
Considerazione che trova conferma anche nell’esclusione di ben dodici comuni dai finanziamenti per la Città Metropolitana. Un 10 per cento che non va preso sottogamba specie se, come risulta, Ciminà, Agnana, Africo e San Luca, non avrebbero ricevuto la mail con la quale si richiedeva la compilazione e la presentazione delle schede di finanziamento.
Se si considerano poi i casi di Camini, Stilo, Sant’Agata, Casignana, Mammola, che avrebbero ricevuto con solo un giorno di anticipo alla scadenza la comunicazione, e di Caraffa la cui esclusione sarebbe dovuta ad un errore dell’ufficio reggino, che avrebbe inviato la richiesta di compilazione delle schede ad un indirizzo mail errato, allora la considerazione che forse la Città Metropolitana stia partendo con il piede sbagliato qualche fondamento ce l’ha.
Un concetto che viene ribadito dal sindaco di Portigliola Rocco Luglio, quando nell’incontro di ieri con il Ministro Bubbico afferma: «Nel famoso patto per l’area metropolitana molti sono stati i Comuni esclusi, perché parlate di legalità? Alcuni hanno da sempre goduto di privilegi. Serve stabilire delle regole». Se poi si ascoltano anche le dichiarazioni pubbliche del sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà, allora qualche conto non torna.
Nell’incontro voluto dal Movimento Agave, domenica a Bovalino, a parlare alla cittadina, portando la propria esperienza amministrativa, sono stati il sindaco di Gioia Tauro, Pedà, e il sindaco di Benestare, Rocca.
In uno degli interventi, mirati appunto a far capire che l’impegno politico serio e costante per il proprio territorio non è mai tempo sprecato, Pedà porta l’esempio di come sarà possibile realizzare una grande opera per l’indotto Gioia-Palmi, il lungomare di collegamento appunto, un progetto che verrà finanziato grazie al patto Renzi-Falcomatà.
Fin qui tutto normale, se non fosse però che il futuro sindaco della Città Metropolitana, organo si presume super partes, avverte il collega Pedà, informandolo che da li a breve Reggio avrebbe inviato le schede di finanziamento, invitando il sindaco a preparare uno o due progetti da presentare.
Da qui la collaborazione fra il sindaco Pedà e il sindaco di Palmi per la realizzazione del lungomare, per il quale Falcomatà si sarebbe anche preoccupato di riferire al collega che: “Sei milioni non ce li ho – Pedà riporta le affermazioni di Falcomatà in seno all’incontro a Bovalino – ti bastano cinque? (avrebbe detto Falcomatà). Morale, ne sono arrivati quattro e mezzo, mica da buttare via.
Il motivo per cui si riprendono queste considerazioni, non si basa sulla legittimità o meno della comunicazione fatta dal sindaco Falcomatà a Pedà, che non avrebbe nulla di strano, se e solo se, lo stesso trattamento lo avessero ricevuto anche i cugini della Locride.
Verosimilmente le ragioni dell’esclusione di ben dodici comuni da questo importante finanziamento poggiamo anche sulla totale assenza di collaborazione fra i sindaci locridei e probabilmente anche sull’inconsistenza pragmatica dell’assemblea dei sindaci e dell’associazione dei comuni.
Un sistema che andrebbe completamente cancellato e riscritto, se oltre alle solite promesse, si ha realmente intenzione di fare qualcosa per questo territorio.
vedi anche:
http://www.lentelocale.it/home/patto-renzi-falcomata-gli-esclusi-e-quellinvito-caduto-nel-vuoto/