Nonostante egli non avesse a disposizione delle grandi risorse economiche da investire con l’ente che rappresentava, rimaneva lì, al proprio posto, rispondendo “Presente”, perché la Proloco di Pazzano c’era come c’è sempre stata; insomma, un uomo che lascia una pesante eredità nella vallata bizantina dello Stilaro perché ha saputo donare tantissimo, nel poco, e non già per spirito di vanagloria e/o per la copertina di turno.
di Antonio Baldari
Le prime luci dell’alba, plumbee come non accadeva da diversi mesi, ne portavano già la ferale notizia: Renzo Campanella, presidente della Proloco di Pazzano, è venuto a mancare poco dopo le quattro del mattino di quest’oggi all’età di 78 anni; Pazzano piange la sua scomparsa per avere onorato la presidenza più prestigiosa dopo quella di sindaco, in qualsiasi Comune, che è per l’appunto quella della Proloco essendo sempre e comunque “a favore del luogo”.
Innamoratissimo com’era, il buon Renzo, della “sua” Pazzano, della cittadina per la quale si è speso sempre tantissimo ed in ogni istante con il sorriso sulle labbra aperto a chiunque: senza dubbio chi legge dall’altra parte dello schermo, potrà dire, non conoscendolo, che così si scrive di tutti nel momento in cui Sorella Morte arriva per portarti via ma per chi ha conosciuto più da vicino, in maniera stretta, Renzo Campanella, sa bene che non si dice bene di lui perché “così si fa” ma perché è così, dall’alto della sua piena disponibilità non solo per le varie iniziative portate avanti nella cittadina pazzanese ma, per esteso, nella vallata dello Stilaro.
Ed in questo senso Campanella è stato anche un uomo molto lungimirante, guardando oltre l’orticello di casa propria nel dimostrarsi in ogni modo aperto al dialogo ed alla collaborazione per il raggiungimento di un obiettivo comune, quando nella terra del monachesimo orientale, in tempi non sospetti, si cominciava a parlare di “Unione dei Comuni” tendendo la mano a ciò che all’orizzonte poteva profilarsi di positivo e per il bene del territorio; Renzo era uomo comunque equilibrato, che sapeva discernere la bontà delle decisioni da prendere, soprattutto quelle importanti ma sapeva assicurare sempre impegno e senso di responsabilità.
Tanto per intenderci, nonostante egli non avesse a disposizione delle grandi risorse economiche da investire con l’ente che rappresentava, rimaneva lì, al proprio posto, rispondendo “Presente”, perché la Proloco di Pazzano c’era come c’è sempre stata; insomma, un uomo che lascia una pesante eredità nella vallata bizantina dello Stilaro perché ha saputo donare tantissimo, nel poco, e non già per spirito di vanagloria e/o per la copertina di turno.
Un vuoto, quello lasciato da Renzo Campanella, che sarà difficile colmare negli anni che verranno: buon viaggio, Presidente, certi che continuerà a sostenere dall’alto con il solito brio e l’immancabile sorriso la “sua” Pazzano e la vallata dello Stilaro intera. Per il loro bene.