Presentazione ufficiale del film prodotto in collaborazione con Rai Cinema, per la regia di Stefano Di Polito, che vede anche il giovane reggino nel cast degli attori: “Rimettere al centro il tema operaio che è del tutto sparito dal dibattito culturale della nazione italiana…”
di Antonio Baldari
PAZZANO – C’è anche lui nel cast del film “Mirafiori lunapark” che giovedì prossimo, 27 agosto, verrà ufficialmente presentato in prima nazionale, c’è anche lui, Carlo Marrapodi, giovane attore di Pazzano, che però non avrebbe voluto se ne parlasse in giro, schivo com’è al punto da tentare di sfuggire ai tentacoli di lentelocale.it: “Ci sei arrivato…”, si schermisce ascoltando il cronista ma, come sempre, il buon Carlo si appalesa disponibile al dialogo scambiando qualche breve considerazione su questo prodotto cinematografico.
“Che è stato realizzato da “Alien films” per la regia di Stefano Di Polito, in collaborazione con Rai Cinema e con il sostegno della “Film Commission Torino Piemonte” – esordisce con il dire Carlo – e poi, che dirti? Che ci sono attori del calibro di Alessandro Haber, Antonio Catania e Giorgio Colangeli, e poi con me ci sono Tiziana Lodato, Mariella Fabbris e Pietro Delle Piane (figlio del famoso Carlo, ndr), una storia bella, interessante, di più non posso dirti dài…”.
Rimane comprensibilmente abbottonato rispetto all’uscita ufficiale del film, che vede quale soggetto protagonista Mirafiori, la sede storica dei primi stabilimenti della Fiat e glorioso simbolo delle lotte operaie negli anni Settanta, qui si consuma il tempo della riqualificazione per una vecchia fabbrica, del tutto abbandonata, e che sta per essere abbattuta per fare spazio ad un campo da golf, non tenendo conto però di Carlo, Franco e Delfino che lì dentro ci hanno trascorso gran parte della propria vita e che quindi non sono disposti a rinunciare a cuor leggero acché si consumi tale situazione: “Per me il film ha rappresentato una gran bella esperienza – riprende il giovane attore di Pazzano – quella che mi ha permesso di raccogliere una grande soddisfazione dopo tanti anni di sacrifici, se vuoi anche di rinunce ma mirate e comunque con il solo obiettivo di fare del mio meglio dando il meglio di me stesso, oggi sono contento”.
Rievocando il passato di qualche anno fa con le note vicende legate alla ThyssenKrupp di Torino, ed in special modo alla tragica morte di sette operai, in quella fabbrica che improvvisamente si trasformò in una sorta di “forno crematorio” successivamente proposte quale pellicola per fare riflettere ancora una volta, e di più, sugli infortuni sul lavoro ed a tutte le precauzioni da prendere nei vari ambienti professionali; “Mirafiori lunapark” riprende in un certo senso quella, tristissima, vicenda – conclude Carlo Marrapodi – nel momento in cui si vuole rimettere al centro il tema operaio che è del tutto sparito dal dibattito culturale della nazione italiana e dei mezzi di comunicazione, al contempo raccogliendo l’eredità delle fabbriche e sottolineando ancora di più la centralità del lavoro, essendo lavoro sicuro sotto ogni punto di vista”.