di Maria Grazia Messineo*
SIDERNO – Da mesi ho avvertito i vertici del mio partito sia sul “caso Siderno”, dove il partito democratico è riuscito a non esprimere il suo candidato e appoggia l’ex senatore di Forza Italia, oggi passato al centrosinistra, Pietro Fuda; sia sul “caso Platì”, non ricevendo alcuna risposta. Non condivido le candidature dell’ultima ora: Platì non ha bisogno di colonizzatori e, come dice il vescovo Oliva, deve tornare ai platiesi. Ancora una volta, la Calabria è vittima di un’incresciosa e indegna strumentalizzazione. Sono quasi due anni che invoco l’impegno della federazione provinciale del Pd su Platì, affinché fossimo noi dirigenti a sostenere la comunità in quel processo di organizzazione politica che, nella legalità, avrebbe dovuto catalizzare, attraverso un circolo del partito, il sopravvento della democrazia sulla criminalità, che qui c’è ma è una minoranza seppure, purtroppo, organizzata.
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Il segretario provinciale Sebi Romeo prova a giustificarsi dichiarando di aver incaricato, tempo addietro, un suo ‘emissario’ a valutare se a Platì ci fossero le condizioni per costituire il circolo, ma di non aver riscontrato poi le condizioni politiche e di rispetto dello statuto e del codice etico del Pd.
Ma a quale codice etico fa riferimento Sebi Romeo? Quello che l’intero partito (eccezion fatta per la sottoscritta e per Maria Carmela Lanzetta) ha preferito non considerare in merito all’attuale giunta regionale, composta da tre assessori indagati? O vogliamo trattare delle leggine, alquanto discutibili ed eticamente inopportune, proposte dallo stesso Sebi Romeo in Consiglio regionale: dall’aumento della platea dei portaborse, agli emendamenti ad personam?. Questa è la solita politichetta “made in Calabria”!
*: dirigente regionale Pd Calabria