di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – “Spazio aperto sta organizzando una riunione di tutte le assemblee spontanee della zona, una sorta di “Woodstock locridea” per parlare, tra l’altro, di democrazia interna al Pd e di selezione della classe dirigente, sulla scorta di principi come questione morale e lotta ai professionisti dell’antimafia”.
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Il giorno dopo il previsto rendez-vous col segretario provinciale dei democrat Seby Romeo, Pino Mammoliti ha un diavolo per capello. Parla di un “incontro fugace e clandestino, che evidenzia la difficoltà dei vertici del partito a dirimere le tensioni interne al circolo locrese”.
E i segnali che arrivano dagli organi dirigenti del Pd sembrano non andare nella direzione invocata dai renziani della prima ora nella città di Zaleuco. Il segretario regionale Magorno, infatti, nel replicare a un graffiante editoriale di Paolo Pollichieni sul Corriere della Calabria (versione on line) ha scritto che “ho già concordato con il segretario della Federazione provinciale di Reggio, Sebi Romeo, un’iniziativa che terremo a Locri con il segretario del circolo cittadino Giuseppe Fortugno” mentre è di ieri la diffusione di una nota a firma di Barbara Panetta, giovane locrese e stretta collaboratrice di Seby Romeo che si è scagliata contro “le numerose esternazioni affidate alla stampa in questi ultimi giorni, concernenti una discussione interna al Partito Democratico di Locri” che, ha scritto la Panetta, “Mi lasciano perplessa nei modi e nei tempi in cui sono avvenute”.
Insomma, se gli organismi direttivi del Pd non sono proprio contro Mammoliti e soci, diciamo che un po’ d’insofferenza verso il vulcanico avvocato locrese la dimostrano.
E lui che fa? Con altrettanta insofferenza verso un modus operandi che, evidentemente, non condivide, si rifugia nell’osservatorio politico-culturale da lui creato (insieme agli altri renziani locridei della prima ora) e discute di questioni che andrebbero affrontate all’interno del Pd.
La storia si ripete, dunque. Nel novembre del 2012, a Locri, l’unico dibattito pubblico in vista delle Primarie che avrebbero decretato l’elezione di Pierluigi Bersani a candidato alla presidenza del Consiglio per il Centrosinistra, fu organizzato da un movimento civico (LocRinasce) che, di fatto, sottrasse al Pd cittadino (in quella circostanza inoperoso) un suo compito precipuo. Vi prese parte anche Seby Romeo, allora non ancora segretario provinciale ma giovane dirigente sempre molto presente sul territorio.
Oggi, a distanza di un anno e mezzo, la musica non cambia. Sono altri soggetti, diversi dal Pd, a discutere di temi che riguardano anche la vita del partito.
Come si chiama, questo, se non mancato riconoscimento del direttivo cittadino, da parte di una larga fetta di militanti e simpatizzanti?
A noi, almeno sembra così. E Mammoliti non fa nulla per smentirci, quando spiega che “Oggi è peggio di un anno e mezzo fa, perché abbiamo fatto le primarie, abbiamo eletto i nostri dirigenti sovra comunali e l’impasse perdura. A questo punto, vorrà dire che sarà Spazio Aperto a discutere dell’attualità del pensiero di Enrico Berlinguer e di Leonardo Sciascia, di questione morale e di lotta ai professionisti dell’antimafia. Noi – ha proseguito – siamo titolati a farlo perché è la nostra storia che ce lo permette. Siamo quelli che hanno chiesto l’estensione della legge Rognoni-Latorre e che pensiamo che quando c’è un’indagine in corso su uno di noi, questo deve dimettersi, come ho consigliato di fare al consigliere regionale Naccari, che mi aveva chiesto il mio parere, dopo la notizia della conclusione delle indagini sul suo conto”.
Fin qui Mammoliti. In attesa, dunque, di avere maggiori ragguagli sulla preannunciata “Woodstock locridea” , resta il problema, reale, degli equilibri sempre più fragili all’interno di molti circoli del Pd locrideo, viste le tante situazioni ancora in itinere, e che riguardano non solo Locri ma anche, per citare altri due esempi vicini, Gioiosa Ionica e Marina di Gioiosa.