DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DEL SEGRETARIO DEL PD DI MONASTERACE TEODORO BUCCHINO
L’articolo pubblicato il 7 aprile da Lentelocale sul percorso del PD di Monasterace per le elezioni amministrative, conteneva un punto interrogativo ed altre (certamente involontarie) imprecisioni. A riporto giornalistico, di un indicativo uso inappropriato di fatti incontrovertibili.
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Intanto, l’incontro fra il segretario Bucchino e l’iscritto avv. Deleo in Federazione provinciale, è avvenuto appena il 2 aprile 2014 (e non “parecchi giorni fa”). E la lamentata richiesta di rinuncia alla candidatura a Sindaco, è una patacca. Da Statuto, non compete alle segreterie (Bucchino, Romeo, Magorno o Renzi) alimentare o precludere le aspirazioni degli iscritti e quindi candidare o scandidare chicchesia ad alcunchè. Perfino Matteo Renzi, nel proporsi a Presidente del Consiglio (di coalizione), non si è sottratto (nonostante le note “ostilità” interne) al confronto con la plenaria Direzione nazionale del PD (ottenendo, peraltro, un larghissimo consenso). Si potrà quindi auspicare che anche l’avv. Deleo – non certo inferiore a Renzi – pratichi le regole che ha liberamente accettato. Perché queste sono bene prezioso e garanzia di e per tutti (oggi e domani). E perché la “autorevolezza” è nei comportamenti più che nelle medaglie.
Principi elementari bene evidenziati nella puntuale, chiara e lineare (tutt’altro che ecumenica) sintesi del Segretario provinciale che, ha presenziato all’incontro. Laddove, inoltre, sono state profuse (senza risparmio) massicce dosi di garanzia e tutela dei diritti di ciascun iscritto (avv. Deleo compreso) a manifestare opinioni ed aspirazioni e di confrontarle (pubblicamente) in Assemblea: unica, sovrana, che decide sulla consistenza e qualità delle proposte e non certo sulla base di antipatie percepite.
Differentemente, il segretario Bucchino, ha semplicemente richiesto a tutti (avv. Deleo compreso) di rimettere nelle sedi opportune ed alla più larga condivisione le scelte da compiere. Senza preclusioni per nessuno o con i condizionamenti presuntivi di qualcuno. Coscienti che la posta in gioco va ben oltre la “semplice” amministrazione del Comune e riguarda, più sensibilmente, la possibilità (finalmente) di cambiare verso a Monasterace. Ormai sfinita di personalismi, icone e miti. Assetata di normalità e speranzosa nella fine delle sterili contrapposizioni. Un sentimento unanime che si è registrato forte in ogni incontro avvenuto con pezzi, settori e protagonisti della società locale.
In questo avvertito senso di appartenenza ad un insieme (il “noi” invece del “io”, il “noi” piuttosto che il “voi”, ecc.), si manifesta la vera “tendenza” dei protagonisti. Diversità che però esprimono tanta sostanza, per futura memoria. Ed alcune domande non certo liquidabili ancora come “maleducazione”. Ovvero: che senso ha predicare unità e pacificazione sociale futura senza poi praticarla subito, preferendo stressare e travalicare uno dei rari luoghi di confronto ed incontro esistente a Monasterace? Forse si presume che con le forzature (ed il consenso di poco più o poco meno della metà degli elettori), si risolverà ogni problema e splenderà nuovamente il miracoloso sole dell’avvenire? O non dovrebbe allertare il buon senso, considerare che tutte le non risolte mediazioni di ora, si riproporranno irrisolvibili (e forti) dopo? E cosa potrà produrre tutto ciò, se non le solite macerie?
A queste ragionevoli e non importune domande, si è in grado o no di dare risposte oltre il “affidatevi tutti a me, perché, dicono (?) sono l’unico che ….”, riproponendo l’ennesimo concorso a miss o mister Universo. Che accidenti d’innovazione c’è (o di non già visto a Monasterace) in tutto questo (che, peraltro, non ha risolto uno solo dei problemi strutturali e ultratrentennali che caratterizzano il nostro non riuscire a diventare comunità). Umilmente, siamo sempre disponibili a farci convincere del contrario. In biblioteca, dove si riunisce il PD di Monasterace e dove (come purtroppo non è avvenuto fin dall’inizio di questa vicenda, sebbene nella piena libertà dell’avv. Deleo) forse era meglio valutare insieme il da farsi. Senza assumere iniziative autonome, incardinate sul presupposto (miope e pubblicamente espresso) di ritenere “inopportuna” e “non necessaria” la presenza e perfino la partecipazione visibile e propositiva del PD locale nella promozione di una possibile lista aperta e condivisa e/o di un candidato a Sindaco. Che, ovviamente, ci saranno.
Vogliamo comunque credere che per qualcuno l’obiettivo vero (puntato fin dall’inizio dell’adesione al PD), non fosse proprio quello di fare a meno del PD. Per andare, al momento opportuno ed all’occorrenza, a mani libere “per la mia strada” (cit. avv. Deleo). Nel caso, è evidente che tutto ciò ha poco a che vedere con le “inaccettabili pregiudiziali” del segretario locale. Strumentalmente propalate ma, oggettivamente inesistenti.
Essendo che, anche nel Circolo PD di Monasterace, più che le mani si preferiscono libere le idee. Questa si, che è proprio una chiara differenza.
La Segreteria del Circolo PD