di Gianluca Albanese
SIDERNO – L’avvocato Pino Vumbaca (nella foto mentre viene portato in trionfo dai suoi sostenitori) rappresenta un’eccezione. Nella tornata elettorale che ha segnato la netta sconfitta dei candidati presentatisi con le liste che avevano il simbolo del Pd, infatti, lui, tesserato del partito di Renzi nel circolo di Gioiosa Ionica, ha vinto ed è stato eletto sindaco del piccolo centro di San Giovanni di Gerace, nella vallata del Torbido. Una vittoria in netta discontinuità con l’amministrazione precedente che candidava l’altro giovane avvocato William Alì, già vice dell’uscente Giovanni Pittari, non ricandidatosi a sindaco dopo due consiliature con la fascia tricolore.
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Ma torniamo al Pd. Due erano i principali banchi di prova per il partito reduce dal dato trionfale delle elezioni europee in cui ha sfiorato il 41% dei consensi: Monasterace e Roccella. Ha perso in entrambi i casi la lista col simbolo del Pd, lasciando non solo l’amaro in bocca per le due nette sconfitte, ma molte perplessità sulla gestione delle candidature.
Di Monasterace abbiamo già scritto qualche ora fa, riportando le dichiarazioni del segretario del circolo cittadino Teodoro Bucchino, candidato sindaco sconfitto, che v’invitiamo a rileggere:
Monasterace, stravince Cesare De Leo
Bucchino, sul piano formale, ha ragione: perché – si chiede – alcuni tesserati col Pd si sono candidati in una lista avversaria a quella del partito? I giorni a venire forniranno indicazioni utili, però, riguardo la prevalenza o meno del dato elettorale – De Leo ha preso due volte e mezzo i voti di Bucchino – o la capacità di rappresentare il partito. Insomma, sapremo se conteranno di più il ruolo di segretario cittadino e l’appartenenza alla segreteria provinciale, come nel caso di Bucchino, o il consenso popolare nel Pd monasteracese.
Il problema, però, non è solo a Monasterace, ma si palesa, in maniera molto più grave, a Roccella Ionica. Lì, il circolo cittadino ha condotto, fin da subito, tutte le trattative per mettere su una lista alternativa al ticket Certomà-Zito. Ha espresso il candidato sindaco, esigendo il suo tesseramento, e parecchi candidati consiglieri, dei quali però, è stata eletta (a parte il candidato sindaco sconfitto, ovviamente) solo la giovane Vanessa Riitano.
Ma non solo. Alla sconfitta del circolo cittadino del Pd e della lista che porta il suo simbolo, si aggiunge l’atteggiamento ambiguo di alcuni suoi esponenti provinciali e regionali, venuti appositamente a Roccella, qualche settimana fa, per appoggiare alcuni candidati della lista avversaria a quella del circolo roccellese del Pd.
Proprio così: il segretario provinciale del partito Seby Romeo venne a sostenere la candidatura di Carmen Ingrati (eletta), figlia della leader provinciale della Cgil Mimma Pacifici, il consigliere regionale Demetrio Naccari Carlizzi lanciò il suo endorsement per l’assessore uscente Bruna Falcone (eletta), mentre il suo omologo Nino De Gaetano non avrebbe nascosto le sue simpatie per Pino Mazzaferro (non eletto). Ora, lasciamo stare quest’ultimo, ma la domanda – avrebbe detto in questo caso il buon Lubrano – nasce spontanea: ma il rispetto delle norme statutarie invocate – giustamente – da Bucchino vale solo per il caso di Monasterace e ha una deroga a Roccella oppure è qualcosa che deve assumere valore generale? Insomma, a Monasterace i tesserati del Pd non si possono candidare contro le liste del circolo “ufficiale” del partito e a Roccella sì?
Il momento è decisivo, perché già da ieri sera è iniziata la conta dei voti di preferenza dei candidati alle Europee e ogni corrente – già perché le correnti ci sono, eccome – rivendica la propria fetta di paternità del grande consenso riscontrato durante lo scrutinio di stanotte, al quale, però, non ha fatto da contraltare un identico successo alle amministrative, almeno nella Locride, tanto da pensare che i meriti – quelli veri – dell’exploit alle Europee siano da ascrivere, piuttosto, alla leadership di Renzi e all’apprezzamento all’opera del suo Governo. O no? Se i motivi sono altri, saremo ben lieti di apprenderli dai diretti interessati.