di Gianluca Albanese
GIOIOSA IONICA – Nel Paese in cui dopo le elezioni tutti dicono di aver vinto, nell’Italia in cui la colpa è sempre degli altri, nel partito in cui a Roma si sbagliano le strategie e poi si riflette pubblicamente sulla differenza tra l’aver vinto e l’essere arrivati primi (mentre in periferia si fanno accordi sottobanco per destinare pacchetti di voti a questo e a quello, dopo aver svilito anche il ruolo delle Primarie), esiste un gentiluomo prestato alla politica che, da segretario della sezione che accorpa quasi tutta la Vallata del Torbido, prende atto del deludente risultato del Partito Democratico alle Politiche del 24 e 25 febbraio e consegna le sue dimissioni al circolo.
Sì, avete letto bene: le dimissioni! Istituto sempre più raro nell’italietta odierna, resistente alle batoste elettorali da più di un lustro, agli scandali bancari, agli avvisi di garanzia e perfino a certe condanne in primo grado. Un gesto talmente raro che evidenzia nobiltà d’animo e profonda onestà, pur essendo assolutamente normale dopo un calo di consensi, dovuto, per sua stessa ammissione “Alla campagna elettorale condotta al di sotto delle nostre possibilità, visto che non abbiamo saputo coinvolgere tutti i sostenitori tradizionali del nostro partito”. Proprio così: “Non abbiamo”. Il segretario del Pd di Gioiosa Ionica Riccardo Modafferi, da buon capitano, non abbandona la nave e si assume tutte le responsabilità, anche quelle non sue. Solo domani in tarda serata conosceremo le determinazioni dell’assemblea del circolo gioiosano del Pd che potrebbe accettare o, più probabilmente, respingere le sue dimissioni. Resta la nobiltà di un gesto dal quale molti, nella politica italiana – ma anche locridea – di oggi, dovrebbero prendere esempio. Un gesto di un leader politico che vuole rimanere fiero di guardarsi allo specchio; di un capitano a cui nessuno potrà mai dire “Salga a bordo, cazzo!”.