BIANCO – Il corteo che nei giorni scorsi si è consumato nelle vie di Bianco per manifestare l’assoluta contrarietà della scelta perpetrata dal centro genovese, ha sortito qualche piccolo risultato. Nulla di eclatante, se per tale si intende la possibilità che le richieste avanzate dal comitato genitori utenti Afa-reul, vengano, se non altro, prese in dovuta considerazione. Chiedevano dignità, volevano essere ascoltati e così è stato, le proteste , le richieste di aiuto che nei mesi scorsi sono state avanzate dagli utenti del centro e che fino ad oggi non hanno ricevuto la dovuta attenzione, dopo venerdì hanno assunto una valenza diversa. L’insistenza delle famiglie che hanno in cura i propri figli all’Afa di Bianco ha fatto sì che ad interessarsi al problema non fosse più soltanto l’amministrazione locale, lo scossone per forza o per amore ha svegliato anche i capi poltrona del comprensorio. Tra i primi a muoversi a sostegno di questi piccoli cento pazienti è stato il sindaco di Casignana Pietro Crinò che ha personalmente contattato il presidente del consiglio regionale Giuseppe Scopelliti, chiedendo un incontro urgente «per far ripristinare immediatamente il servizio – ha aggiunto il primo cittadino di Casignana – è un servizio d’eccellenza, che attualmente vede in cura 100 bambini e altri 50 in lista d’attesa. E’ una delle cose buone della Locride che non possiamo perdere. Per questo motivo abbiamo chiesto al presidente un aumento del budget da 350 mila euro a 700 mila – la cifra necessaria a mantenere in vita e a pieno regime il centro – ma è necessario un confronto tra Scopelliti e il generale Pezzi per avere il via libera. Speriamo si possa fare qualcosa, sarebbe un peccato per tutti non riuscire a salvare il centro di Bianco». Un lungo cordone si sta, dunque, formando a sostegno dei pazienti del centro, un sostegno che giunge da diversi fronti. A partire da quello politico, espresso caldamente dal consigliere provinciale, Alessandra Polimeno, dall’intera assemblea dei sindaci della Locride e dal consigliere regionale Giovanni Nucera anche attraverso la sua presenza alla manifestazione di protesta organizzata dai genitori utenti Afa il 9 novembre. Una vicinanza che passa per l’osservatorio sui diritti dei minori a voce del responsabile Antonio Marziale che qualche giorno fa a mezzo stampa ha richiesto l’intervento del ministro Elsa Fornero invitandola: ‹‹ad asciugare le frequenti lacrime che solcano il suo viso e intervenire in prima persona per garantire ai bambini le cure necessarie››. Per concludersi con le parole dure di condanna di Decio Tortora responsabile di affari istituzionali di codici che in riferimento alla situazione d’incertezza che ha caratterizzato il centro nell’ultimo anno, e in maniera ancor più grave, negli ultimi mesi, portandolo inevitabilmente alla chiusura, afferma: ‹‹sono vittime di una amministrazione di una politica che ha tradito il proprio compito lasciandoli senza speranza. Il contributo erogato dalla Regione Calabria al centro – ha proseguito – è stato pari ad 50 mila euro annui, è naturale che qualcuno dei convenuti ha posto in essere una condotta in violazione alla normativa vigente, di cui non è dato comprendere, quindi ci si domanda: ci sarà una mancata erogazione delle somme previste nella convenzione o ad un budget insufficiente per ragioni sconosciute? L’unico elemento certo – conclude è la mancata prestazione delle terapie››, condizione che danneggia solo ed esclusivamente la salute dei piccoli pazienti del centro Afa di Bianco. Un problema di budget e il diritto alla salute momentaneamente calpestato, si attendono risposte dai palazzi che, si spera, arrivino tra poche ore. Per il momento, però non rimane che attendere le sorti dell’Afa.
ADELINA B. SCORDA