Gli Stati Uniti d’America rappresentano ancora una volta, e sempre di più, la fonte ispiratrice delle contese, dalle più grandi alle più piccole; dalle più conclamate alle più sottaciute che sono la guerra in Ucraina; il braccio di ferro tra Israele e Hamas; la supremazia della Cina su Taiwan in cui sempre e comunque ci sono loro, gli Stati Uniti d’America, impegnanti fiumi, veri e propri oceani di dollari per finanziare campagne belliche al limite dello stremo e dello strazio nel silenzio compiacente, e forse compiaciuto, dell’Organizzazione, che non muove un dito rispetto a ciò che nel mondo accade.
di Antonio Baldari
Nel mondo i conflitti non si fermano, tutt’altro! Crescono a dismisura, oltre ogni più ragionevole limite umano disprezzando l’Uomo e al fine uccidendolo in tutte le sue forme ed in tutte le sue sembianze: bianchi, neri, rossi, gialli, e poi ancora cristiani, ortodossi, musulmani, protestanti, copti e via di queste estrazioni, raggruppandoli tutti sotto la sintesi vecchia quanto il mondo, ossia ricchi e poveri.
Per non dire sotto un unico aggettivo che è “sconfitti”, usando un termine tanto caro a papa Francesco il quale, a più riprese, ha dichiarato che “La guerra è una sconfitta”, perché lo è sempre una sconfitta, comunque, non vincendo nessuno senza “se” e senza “ma”; un’analisi nuda e cruda, se si vuole, ma è questa avendo, peraltro, una matrice ben definita, con un nome ed un cognome ben definito: Organizzazione delle Nazioni Unite.
Che di unito ha ben poco tra veti, controveti, istanze di ricorso e di controricorso, battaglie più o meno legali e tutto ciò che comporta l’avere un’istituzione su scala mondiale che, effettivamente, divide più che unire, dividendosi sulle cose che contano maggiormente, ossiano quei principi e quei valori che discendono dall’unità e, in definitiva, nella pace.
Quella “pace” che è sempre più distante dalle menti e soprattutto dal cuore di chi guida questa organizzazione, perfettamente disorganizzata nel promuovere il principio ed il valore per eccellenza, qual è per l’appunto la pace, essendo sempre più chiaramente incancrenito il senso dell’appartenenza degli stati membri a tale soggetto, discendendo dal cancro per eccellenza che risponde al nome e cognome che tutti sanno e che tutti conoscono ma di cui nessuno dice mai abbastanza a chiare lettere: Stati Uniti d’America.
Che rappresentano ancora una volta, e sempre di più, la fonte ispiratrice delle contese, dalle più grandi alle più piccole; dalle più conclamate alle più sottaciute che sono la guerra in Ucraina; il braccio di ferro tra Israele e Hamas; la supremazia della Cina su Taiwan in cui sempre e comunque ci sono loro, gli Stati Uniti d’America, impegnanti fiumi, veri e propri oceani di dollari per finanziare campagne belliche al limite dello stremo e dello strazio.
Che vedono il silenzio compiacente, e forse compiaciuto, dell’Onu, che non muove un dito rispetto a ciò che nel mondo accade, non promuovendo per nulla ciò di cui l’Uomo ha bisogno più d’ogni altra cosa che è la pace: per quanto tempo ancora si deve tollerare il suo, intollerabile, assenteismo essendo servo asservito degli Americani a stelle e strisce?