di Redazione
SIDERNO – I Parlamentari di Sinistra Ecologia e Libertà Costantino (prima firmataria), Ricciatti, Duranti, Melilla, Kronbichler, Sannicandro e Scotto hanno rivolto un’interrogazione a risposta scritta al MInistro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Renzi (ad interim), per sapere che:
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“In data 2 febbraio 2015 la Società Ferrovie dello Stato spa le cui azioni sono controllate dallo Stato attraverso il Ministero dell’economia e delle finanze, convocando le sigle sindacali interessate, ha ufficializzato che, a partire dal 13 giugno 2015, all’avvio del nuovo orario programmato, verranno soppressi 4 Intercity giorno e l’Intercity notte che collegano la Sicilia al resto del continente;
la soppressione dei treni a lunga percorrenza comporterà anche la cancellazione della continuità territoriale garantita dalla presenza di ferryboat che operano tra la città di Messina e quella di Reggio di Calabria, che consentivano ai passeggeri dei treni a lunga percorrenza di attraversare lo stretto di Messina senza trasbordi presso il porto di Messina e trasferimento su nuovo treno presso la stazione di Villa San Giovanni;
già negli ultimi anni Rete ferroviaria italiana, che gestiva le navi traghetto di Bluvia come risorsa garante della continuità territoriale, aveva rinunciato ad ammodernare e velocizzare le manovre di carico e scarico del materiale rotabile sulle navi traghetto, salvo per, l’acquisizione della nave «Messina», avvenuta nell’aprile del 2013, destinata al trasporto di convogli ferroviari sullo Stretto costata 49,5 milioni di euro, spesa avvenuta solo due anni fa e che oggi risulta incomprensibile alla luce della cancellazione del trasporto treni via mare tra Calabria e Sicilia;
le viaggiatrici e i viaggiatori dovranno affrontare un cambio complesso e faticoso scendendo dal treno presso la stazione ferroviaria di Messina, proseguire il viaggio via Metromare verso Villa San Giovanni, sbarcare e da lì prendere i treni per proseguire il viaggio. Tutto ciò è ancora più complicato per disabili, anziani ed eventuali accompagnatori;
a questo si aggiunga che le scelte dei governi nazionali e locali hanno portato le due regioni dirimpettaie ad uscire dal «Corridoio 1» europeo, vista l’assenza istituzionale ai tavoli di discussione europea sulla mobilità tenutisi nel 2014;
che nel 2011 era già stato soppresso il servizio «Auto al seguito» dalla Calabria e dalla Sicilia, depotenziando così un trasporto meno impattante a Livello ambientale e sfavorendo il rientro di molti cittadini emigrati da quelle regioni, nonostante le ben note difficoltà per il trasporto su auto rispetto all’autostrada Salerno-Reggio Calabria, ancora non completata;
la Sicilia aveva già subito un taglio ai convogli: in Sicilia si è passati nel tempo da 14 a 5 treni, di cui solo uno proseguiva da Roma a Milano con una conseguente perdita del 60 per cento dei posti di lavoro, i quali con quest’ultima decisione subiranno ulteriori tagli;
sulla situazione estremamente penalizzante per il trasporto in cui versa il tratto ferroviario ionico della Calabria l’interrogante ha già depositato l’interrogazione parlamentare a risposta scritta 4–06997;
la strategia di risparmio effettuata da una società controllata dallo Stato non può abbattersi sul diritto alla mobilità delle cittadini e dei cittadini italiani, soprattutto sul sud Italia, già ampiamente penalizzato in numerosi servizi essenziali, perché la continuità territoriale è un servizio essenziale e per questo non può sottostare a logiche di mercato che hanno già ampiamente penalizzato –:
come intenda il Ministro interrogato, in concorso con società Ferrovie dello Stato spa e Rete ferroviaria italiana, garantire il diritto alla mobilità sancito nell’articolo 16 della Costituzione italiana e dall’articolo II-105 della Carta dei diritti dell’Unione europea, garantire la continuità territoriale e se intenda potenziare il trasposto eco-sostenibile a discapito di quello su gomma, favorendo il ripristino del servizio «auto a seguito».