Nei giorni scorsi in tutta la Direzione Marittima della Calabria e Basilicata si è svolta un’operazione complessa finalizzata al controllo dell’intera filiera pesca.
Nell’attività ispettiva effettuata nel territorio di competenza del circondario marittimo di Roccella Jonica, coordinata dal Tenente di Vascello (CP) Antonino INDELICATO, ha visto impegnato personale della Guardia Costiera, con l’ausilio di mezzi terrestri e navali, in numerosi controlli sull’intera filiera della pesca, con la preziosa collaborazione del Servizio Veterinario dell’A.S.P. di Reggio Calabria – Servizio veterinario Area “B” di Locri che ha supportato/coaudivato nelle attività ispettive, in particolare valutando la salubrità dei prodotti ittici a tutela della sicurezza dei consumatori. Questa volta a finire nella “rete” sono stati tre pescherecci a strascico colti ad effettuare la pesca in zone e tempi vietati. Scattati quindi i rilievi ed i controlli, sono stati effettuati verbali amministrativi e relative sanzioni per un valore di 12.000,00 euro; l’attrezzatura, per un totale di 115 metri circa, utilizzata per effettuare l’attività di pesca è stata sequestrata ed il pescato è stato devoluto in beneficienza. Per i comandanti e per gli armatori sono state avviate le procedure per l’assegnazione dei punti per infrazioni gravi sulla licenza di pesca del peschereccio e sul titolo professionale del comandante come previsto dal Decreto legislativo 9 gennaio 2012 n. 4 (per un totale di 12 punti ad unità). Il resto dell’attività, non di minore rilievo, si è concretizzata nel deferimento all’autorità giudiziaria dei soliti “noti” per la detenzione di prodotto ittico sotto la taglia minima prevista con conseguente sequestro penale di una rete del tipo sciabica di circa 150 metri e prodotto ittico (c.d. bianchetto) e per la mancanza di segnalazione relativamente agli attrezzi da pesca, nello specifico attrezzi da posta per la quale è stata posta sotto sequestro una rete di circa 100 metri alfine di salvaguardare la sicurezza della navigazione. “Con il recente sequestro la Guardia Costiera ha portato a termine una qualificata attività di contrasto nei confronti degli operatori economici che con il proprio comportamento non corretto, danneggiando il sempre più sensibile ambiente marino, conseguendo nel contempo illeciti proventi derivanti dalla cattura di prodotto ittico in zone e tempi vietati alle attività di pesca. A tal proposito va evidenziato che fermi restando i divieti e le limitazioni di cui alla vigente normativa in materia di conservazione delle risorse del mare e tutela biologica e ambientale, in deroga al paragrafo 2 dell’articolo 13 del Reg. CE n. 1967/2006, negli specchi acquei antistanti i Compartimenti marittimi della Calabria, ricompresi nella fascia tra 0,7 ed 1,5 miglia nautiche dalla linea di costa, è consentito per le unità da pesca autorizzate l’uso di reti a strascico, a condizione che la profondità del fondale non sia inferiore all’isobata dei 50 metri.”