di Adelina B. Scorda
Le proposte al vaglio e la strada migliore da intraprendere, così si erano lasciati giovedì i sindaci della Locride sull’ipotesi Piani Locali di Lavoro. A una settimana di distanza il dubbio inizia a dipanarsi, sembrerebbe, infatti, che l’area nord locridea si sia sganciata dal legame progettuale con il Soveratese.
‹‹L’ipotesi più credibile – ha dichiarato il sindaco Francesco Candia – è che si corra tutti insieme per elaborare un unico Piano Locale di Lavoro che interessi l’area provinciale, in modo da creare un abito nostro unico. Inoltre ad allontanare questa possibilità ci sono altri due motivi –ha proseguito il sindaco di Stignano – il primo è che il sindaco di Soverato si è dimesso, (evento non di poco conto) il secondo è che il Comune non ha ancora deliberato in merito, riducendo drasticamente le possibilità di una corsa comune››. Dichiarazioni sostenute anche dal sindaco di Bianco Antonio Scordino che ha fin dall’inizio espresso la propria perplessità sulla possibilità di elaborare un progetto interprovinciale, con un estensione, appunto al Soveratese. ‹‹La logicità di attuazione e riuscita spinge –dichiara Scordino – verso l’elaborazione di un progetto unitario che abbia anche una sua coerenza territoriale e che sia in grado di mettere a frutto competenze e risorse che la provincia di Reggio possiede››. Infatti, la proposta avanzata in sede concertativa dal presidente di Assocomuni, Giuseppe Strangio, mirava a racchiudere, a elaborare un unico piano in grado di mettere d’accordo l’area nord e sud della Locride, al fine di individuare un percorso comune che potesse fungere da volano per lo sviluppo del territorio. Risolta presumibilmente la divergenza fra area sud e nord della Locride, l’altro passo basilare affinché si possa accedere ai PLL è che i comuni locridei deliberino in merito entro e non oltre il 15 di aprile termine ultimo per aderire. All’appello, tuttavia, mancherebbero ancora diversi comuni che stanno valutando le possibilità in gioco, nel frattempo però il presidente Strangio avrebbe pubblicamente garantito il suo impegno nel mettersi in contatto con il presidente della comunità montana dell’area Grecanica, Angela Zavettieri, al fine di integrare nell’adesione ai PLL i comuni attualmente residui. Per poter accedere ai Piani Locali di Lavoro, infatti, sarebbe necessario come base un bacino di utenza di circa cinquanta mila abitanti, numeri che i comuni residui, ossia che ancora non hanno deliberato in merito o che non hanno aderito a uno dei due progetti, area Grecanica o valle degli ulivi, non potrebbero raggiungere. Quindi, sfumata l’idea di interprovincialità, la partita adesso si giocherà sull’area provinciale e sulla capacità dei sindaci di elaborare un piano comune accelerando il passo.