LOCRI – Sarà un Natale di lavoro per la Giunta comunale di Locri e per l’Organo di Revisione, che entro la fine del mese dovranno consegnare alla Corte dei Conti – Sezione Regionale di Controllo per la Calabria, con sede in Catanzaro, una lunga serie di chiarimenti sul piano di riequilibrio finanziario pluriennale che la magistratura contabile ha chiesto con la deliberazione 104/2016 dello scorso 22 novembre, quando il collegio si è riunito in camera di consiglio, composto dal presidente Tommaso Salomone, dai consiglieri massimo Balestrieri e Francesco Antonio Musolino e dal referendario Michela Muti.
Già, perché dopo il parere espresso dalla commissione ministeriale lo scorso mese di ottobre,
la Corte dei Conti, prima di pronunciarsi sulla validità del piano di rientro predisposto dall’amministrazione comunale e successivamente approvato in Consiglio, vuole vederci chiaro su numerosissimi punti di un piano articolato in dieci anni (2015-2024), dal quale emerge un disavanzo pari a euro 2.191.581,26 da ripianare in trent’anni che, se approvato, costerà ai locresi 73.052,71 euro all’anno.
Innanzitutto, infatti, la Corte dei Conti vuole conoscere la situazione di cassa al ricevimento dell’istruttoria, e la sua comparazione a quella al 31 dicembre 2015, chiedendo altresì se nel 2016 siano stati utilizzati fondi a destinazione vincolata e l’indicazione analitica di eventuali procedure di esecuzione forzata pendenti ad oggi presso l’istituto tesoriere.
Dubbi sono stati formulati anche sul risultato di amministrazione, che prevede “Un disavanzo di amministrazione – è scritto nella deliberazione – di euro 10.273.224,83, peggiorativo rispetto al disavanzo accertato all’1/01/2015”, del quale la Corte dei Conti vuole conoscere le modalità di finanziamento.
Sul bilancio di previsione 2016/2018, poi, la Corte rileva, per l’intero triennio, la mancata costituzione del fondo rischi contenzioso e chiede pure parecchi chiarimenti sugli equilibri di bilancio e il piano di ammortamento per la restituzione dell’anticipazione di liquidità ricevuta negli anni scorsi.
La magistratura contabile vuole sapere, poi, l’analisi delle entrate (Imu, Tasi, addizionale Irpef, Tarsu, Tari), con indicazione analitica degli importi accertati e di quelli riscossi. Idem per il servizio idrico integrato e per il recupero dell’evasione tributaria e l’incremento delle entrate correnti. Da quanto emerge, poi, il Comune ha indicato dei crediti con l’erario per l’Iva e l’Irap, sui quali la Corte dei Conti chiede chiarimenti, così come per i crediti col Ministero della Giustizia per il trasferimento degli uffici giudiziari, e con l’Asp di Reggio Calabria per Tarsu, Tares e Tari, oltre che verso la Regione Calabria a titolo di rimborso per la stabilizzazione degli Lsu per gli anni 2013 e 2014 e i residui del 2014,2015 e 2016.
Capitolo spinoso è quello dei debiti fuori bilancio. Dapprima, la Corte eccepisce che l’importo dei debiti riconosciuti fino al rendiconto 2014 è superiore a quello indicato nel piano di riequilibrio e nella relazione dei revisore dei conti; idem per l’esercizio 2015 con euro 232.952,65 di “debiti non presenti nel piano di riequilibrio”.
In pratica, come è scritto nella delibera “risultano riconosciuti debiti fuori bilancio non inseriti nelle note di attestazione di esistenza di debiti fuori bilancio e, di conseguenza, non inseriti nel piano di riequilibrio finanziario”. Alcuni di essi sono di rilevante entità: ad esempio, il Comune ha riconosciuto 100.000 di debito fuori bilancio alla Kibernetes, e altrettante agli eredi Vacca, e dovrà motivarne il mancato inserimento nel mancato riequilibrio. Non solo. La Corte rileva che nel rendiconto 2015, l’importo dei debiti fuori bilancio riconosciuti “è incongruente – è scritto in delibera – con quanto risulta dagli atti di riconoscimento dei debito fuori bilancio nel medesimo esercizio”. Ciò vuol dire che, secondo la Corte dei Conti, il Comune ha riconosciuto debiti fuori bilancio per 1.621.146,01 euro, ma ne ha messi nel rendiconto 2015 solo 1.092.981,12.
La magistratura contabile vuole sapere pure se il Comune, dal 2014 ad oggi, si è davvero impegnato per contenere le spese riguardanti cancelleria, fotocopie, telefonia, internet, acquisti di computer e programmi, energia elettrica, affitti, gestione integrata dei rifiuti e manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili comunali e vuole sapere pure come mai si è registrato un incremento della spesa per le indennità degli organi politici e istituzionali a partire dallo scorso anno.
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Quindi, last but not least, la Corte dei Conti vuole conoscere l’eventuale pagamento della tariffa per il conferimento dei rifiuti solidi urbani del 2015, visto che lo scorso 21 ottobre, la Regione Calabria ha avviato una procedura di riscossione coattiva per un importo pari a 927.292,86 euro.
Fin qui le richieste formulate con i documenti ufficiali dalla Corte dei Conti, che il Comune di Locri dovrà fornire “entro il termine perentorio di giorni 30”.
Il resto sono chiacchiere.
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