di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – «Il mio lavoro è quello di descrivere i fatti che avvengono. Nulla di più. Di sicuro se pensavano di farmi cambiare modo di lavorare, si sbagliano di grosso, perchè continuerò a fare questo mestiere allo stesso modo di sempre». Pino Lombardo, raggiunto telefonicamente da Lente Locale, commenta così la duplice intimidazione subita questa notte sotto la propria abitazione.
{loadposition articolointerno, rounded}
Come anticipato nel precedente articolo, infatti, ignoti hanno dato alle fiamme le auto di sua proprietà, un’Alfa 156 e una Fiat 600. Lo hanno fatto entrando, presumibilmente, dal retro del palazzo, scavalcando un muretto che rasenta la ferrovia e, una volta introdottisi nel cortile interno del palazzo, hanno bruciato le due auto del collega della Gazzetta del Sud.
I malviventi, dunque, hanno agito dopo che la pizzeria al piano terra aveva chiuso, segno della premeditazione del gesto e della sua preparazione in ogni dettaglio.
Questa è stata la ricostruzione dei fatti compiuta da Pino Lombardo ai Carabinieri, prontamente intervenuti dopo la chiamata del collega, e ai quali Lombardo ha denunciato il fatto.
Non è la prima volta che il collega subisce un’intimidazione. Nel 2000, infatti, ignoti cosparsero di benzina la propria autovettura, ma non riuscirono a darle fuoco perché spaventati dall’arrivo della forze dell’ordine. «Ma all’epoca – ha riferito Lombardo a Lente Locale – avevo scritto qualcosa che evidentemente aveva dato fastidio a qualcuno. Ora, invece – ha proseguito – non riesco proprio a spiegarmi le motivazioni di un simile gesto. Certo, come tutti i giornalisti, mi capita di ricevere telefonate di gente che si sente “toccata” da ciò che scrivo e io la invito a inviare eventuali precisazioni e/o rettifiche, qualora se ne ravvisi la necessità. Il punto è che nessuno ha mai smentito ciò che ho scritto. Ultimamente – ha detto ancora Lombardo – mi sono occupato, oltre che di politica, anche di discarica e di sanità, mentre dal 2010 non seguo più la “nera” e la “giudiziaria”».
Fin qui Lombardo, al quale rinnoviamo stima, vicinanza e solidarietà. Sull’intimidazione stanno indagando i Carabinieri della Compagnia di Locri.