LOCRI – Carotaggi parte seconda. Nella prima decade di gennaio avevamo dato notizia dell’attività di sondaggio compiuta da Pino Mammoliti, reduce dalla presentazione della sua prima fatica letteraria, e dei buoni riscontri avuti sia a palazzo Nieddu di Locri che a Gerace una decina di giorni dopo. Per i più smemorati ricordiamo l’articolo in questione.
I “carotaggi” di Pino Mammoliti
Ora, non possiamo non osservare qualche altra mossa intrapresa dall’avvocato locrese, che nei giorni scorsi ha stuzzicato i vertici del Pd reggino e calabrese, chiedendo a gran voce la costituzione di una vera e propria “filiera” tra il consigliere regionale in pectore Demetrio Naccari Carlizzi (a lui politicamente vicino) che a palazzo Campanella dovrebbe subentrare a Demetrio Battaglia, a sua volta in predicato di essere eletto a palazzo Madama, e Rosy Bindi. Già, Mammoliti chiese a gran voce un ticket Naccari-Battaglia-BIndi al servizio della Locride, capace prima di tutto di ascoltare le reali istanze del territorio, come ricordiamo nel seguente articolo
Quindi, ieri l’altro arriva una nota nel bel mezzo del braccio di ferro tra l’ufficio del commissario regionale per l’emergenza ambientale Vincenzo Speranza, in scadenza di mandato, e gli amministratori locali locridei che ancora aspettano la revoca dell’ordinanza che permette ad alcuni comuni della Piana di scaricare a Casignana, impianto prossimo al collasso nel giro di una decina di giorni e che – si spera – dovrebbe arrivare lunedì. Mammoliti parla il linguaggio della maturità e della responsabilità, tipico degli amministratori comunali che, come scrive lui stesso «Non devono essere lasciati soli». Rileggiamolo
Rifiuti, per Pino Mammoliti «Gli amministratori locali non devono essere lasciati da soli»
Qual è la conseguenza logica di tutto ciò? Cosa spinge la voce spesso ritenuta, a torto o a ragione “eretica” del Pd locrese a cadenzare certe uscite a orologeria anche quando non sono determinanti per il fine che si propongono, come nell’ultimo caso? Noi, nel nostro piccolo, la spiegazione ce la siamo data un mese fa. Pino Mammoliti vuole candidarsi a sindaco. Anche se non lo dice. E ha intrapreso, da tempo, un suo percorso esplorativo teso prima a tastare il polso ai suoi concittadini (esperimento ben riuscito) attraverso i famosi “carotaggi” e poi ha cercato di capire la disponibilità dei futuri assetti sovraordinati (Regione e Governo centrale in primis) a venire incontro alle esigenze del territorio, in particolare alla sua Locri, che ancora non ha definitivamente accantonato lo spettro di quel dissesto che lui, in occasione della prima presentazione del suo libro non vide come una catastrofe ma, addirittura, un’occasione per rifondare istituzioni e politica locale su basi nuove. L’astuzia e la capacità politica, come è noto, non gli mancano. Il suo acume induce a pensare che in caso di vittoria del Centrosinistra alle elezioni del 24 e 25 febbraio per il rinnovo del Parlamento si potrebbero creare importanti sponde istituzionali per lui. A maggior ragione se uno dei due della “filiera” da lui concepita (Battaglia o Bindi) dovesse rivestire incarichi di governo o sottogoverno. E allora, da un paio si settimane Mammoliti sembra aver iniziato la seconda parte dei carotaggi, quella che riguarda chi sta sopra rispetto al livello comunale della politica. Per quanto attiene alla situazione cittadina, infatti, gode di una situazione di relativa tranquillità. Per diversi motivi. Nel suo partito, il futuro del circolo cittadino è tutto da decifrare dopo l’abbandono del Pd da parte di Fabio Laganà (zio dell’attuale segretario cittadino dei democrat Peppe Fortugno, che ha aderito all’Udc), mentre la sorella Maria Grazia ha da tempo lasciato il gruppo parlamentare del Pd (che ovviamente non l’ha ricandidata) a favore del gruppo misto. Insomma, se la dinastia politica Laganà-Fortugno dovesse recidere definitivamente il legame col Partito Democratico, il circolo locrese potrebbe essere commissariato o comunque passare di mano, spianando la strada a una futura gestione di chi, in maniera tacita o espressa, finora non si riconosce nell’attuale leadership. Poi, c’è da considerare che il resto del centrosinistra locrese, ovvero LocRinasce, non si è ancora espresso sull’appuntamento delle Comunali di maggio, alle quali il movimento che fa capo al coordinatore Pietro Parrotta potrebbe anche non concorrere, lasciando a un’eventuale candidatura di Pino Mammoliti l’esclusiva rappresentanza del centrosinistra cittadino. E poi, tra un carotaggio e l’altro, tra una provocazione e un incontro pubblico, Mammoliti sta accumulando un vantaggio rispetto ai potenziali alleati che sembra, allo stato, difficile da colmare in termini organizzativi. Ultimo, ma non in ordine d’importanza, va considerato il momento particolare del centrodestra cittadino, alle prese con qualche scaramuccia interna, e che potrebbe perdere la componente che fa capo all’ex sindaco Macrì, il quale, in caso di mancata ricucitura dello strappo col resto della coalizione, potrebbe anche defilarsi e non partecipare alla competizione elettorale di maggio. E in un’eventuale sfida a tre (centrodestra, centrosinistra ed ipotetico polo centrista con l’Udc fresco di nuovi e importanti innesti) Mammoliti potrebbe giocarsi le sue carte senza partire spacciato in partenza, come poteva sembrare solo un mese fa. Stiamo volando troppo in là con la fantasia? Forse. Ne riparleremo a fine mese. Intanto, Mammoliti prosegue i suoi carotaggi, parla da amministratore in pectore e interviene su questioni di interesse pubblico. Segnali che devono, per la forza della logica, significare qualcosa.
GIANLUCA ALBANESE