di Gianluca Albanese
LOCRI – «Mi auguro che Locri e Reggio non ripetano gli stessi errori. Chi non accetta il confronto non merita l’onore di governare Locri». E’ la frase finale dell’intervento del consigliere regionale di opposizione Demetrio Naccari Carlizzi, pronunciata nel corso del comizio che ha avuto luogo questa sera in piazza dei Martiri a sostegno della candidatura a sindaco di Antonio Cavo, leader della lista “Impegno e Trasparenza” e organizzato dal movimento pro Renzi in seno al Pd che vede in Pino Mammoliti il leader cittadino e lo stesso Naccari esponente di punta a livello regionale e nazionale.
Già, il confronto. L’impressione diffusa è che i sostenitori di “Impegno e Trasparenza” appaiano galvanizzati dopo il faccia a faccia andato in onda ieri sera su Telemia tra i due contendenti alla carica di primo cittadino. Secondo loro Cavo è stato il vincitore, tanto da promuovere l’idea di una replica in piazza che, a loro dire, Calabrese non avrebbe accettato. E allora la loro strategia elettorale si arricchisce di qualche elemento nuovo: non solo il contatto diretto coi cittadini attraverso gli incontri pubblici all’aperto (concetto, questo, richiamato da Cavo nella sua introduzione quando ha ricordato l’evento di domani a Moschetta) ma anche un nuovo confronto pubblico e la sponda istituzionale sovracomunale che lo stesso Naccari ha offerto ai locresi, seppur dai banchi dell’opposizione a palazzo Campanella. Il candidato sindaco di Impegno e Trasparenza ha reso un intervento molto politico, accostando la situazione di Locri a quella di Reggio «Ambedue sulla scia – ha detto – del loro leader nazionale Berlusconi che quando era presidente del Consiglio negava l’esistenza della crisi».
MARIA DAVOLOS
Cavalleria impone che sia proprio una donna ad aprire il comizio. La Davolos, alla sua prima esperienza elettorale, vuole spezzare «Il troppo disamore dei cittadini nei confronti della politica. «Voglio farmi portavoce – ha detto – della gente onesta alla quale assicurare pari dignità insieme ai doveri che ogni cittadino è tenuto a rispettare. La Calabria – ha proseguito – ha forze e risorse per riemergere e per capire di chi sono le responsabilità dell’attuale stato di cose basta guardare gli atti ufficiali e documentarsi».
PINO MAMMOLITI
«L’uomo dei manifesti» ha confermato la sua fama di animale da palcoscenico, partendo proprio dal confronto televisivo di ieri sera. «Mi ricorda – ha esordito – il faccia a faccia tra Nixon e Kennedy, vinto alla grande da quest’ultimo, con la sola differenza che Cavo è stato ancora più bravo perchè ha parlato con carte alla mano». Sono molti, come sempre, gli obiettivi dei suoi strali. A cominciare dagli avversari interni (presenti o passati nel Pd), come Maria Grazia Laganà. «Qualche ex parlamentare – ha detto – sta chiedendo il consenso per la lista “Tutti per Locri” e questo i veri democrat devono saperlo». Quindi, si rivolge all’amico Naccari «L’unico a denunciare in solitudine e in tempi non sospetti le storture del cosiddetto “modello Reggio”». Secondo Mammoliti «Il degrado è evidente e si legge negli occhi dei cittadini che sono imbarazzati al solo pensiero di incrociare i propri conoscenti quando entrano nei negozi dei cinesi o dai “compro oro” e lo stesso ospedale è sclerotizzato e troppo politicizzato se si pensa che molti medici convocano infermieri e pazienti che devono mostrarsi accondiscendenti quando fanno campagna elettorale per l’altra lista in corsia». Intravede Francesco Macrì tra il pubblico e si rivolge direttamente a lui: «Stai attento – ha detto – perchè chi tradisce una volta è pronto a farlo di nuovo» e sfida Calabrese: «Se per una malaugurata congiunzione astrale o per un black out collettivo dovessimo perdere, io sarò sempre pronto a combatterti o all’interno del consiglio comunale o coi miei manifesti». E poi «Non è vero che non vogliamo le feste; noi vogliamo che i giovani rimangano a Locri anche quando non ci sono le feste». Non è mancato un riferimento alla vicenda dell’immobile che ospita il call center che non sarebbe iscritto nei ruoli dei tributi comunali. Una vicenda originata proprio da una iniziativa di Mammoliti «Alla quale – ha detto – è seguita una denuncia da parte del commissario Crea. Ma io – ha proseguito – non ce l’ho con i dipendenti del call center e se fossero diecimila a lavorarci io sarei contento;anzi, andrei pure io a lavorare lì, ovviamente come addetto alla manutenzione della rete idrica».
DEMETRIO NACCARI CARLIZZI
Esordisce con l’accostamento tra Reggio e Locri «due città – ha detto – abbandonate e non governate e la cosa più grave è che chi ha causato montagne di debiti ha la presunzione di ricandidarsi. Entrambe volevano, coi rispettivi “modelli” vendere un prodotto che non c’è, proprio come il “cacao Meravigliao” di Renzo Arbore. Ora i loro cittadini dovranno pagare coi loro soldi piani di rientro di interi decenni, ecco perchè bisogna dire basta alla ricerca del consenso elettorale fine a sè stesso». Si scaglia contro il presidente della commissione Bilancio Candeloro Imbalzano, intervenuto a Locri nei giorni scorsi. «Come si fa – ha detto Naccari – a fare promesse imbarazzanti come la rimodulazione del protocollo d’intesa del decreto Fortugno attraverso la programmazione dei fondi comunitari Pon 2014-2020 quando il mantenimento di quei fondi fu possibile solo grazie a un emendamento fortemente voluto dall’allora consigliere regionale Demetrio Battaglia?». «Oggi – ha aggiunto – metà dei calabresi hanno bisogno di interventi a favore dell’inclusione sociale e quando fui assessore regionale al Bilancio prevedemmo dei massicci interventi che poi furono cancellati dal centrodestra quando, una volta vinte le elezioni, convertì quei fondi a favore dei Comuni che non avevano ripianato i loro debiti nel passato, ecco perchè Locri, Reggio e la Calabria non hanno da dare nient’altro a chi vuole governare puntando solo al potere». Non manca un endorsement a Mammoliti e agli altri candidati di “Impegno e Trasparenza”: «Pino, dopo innumerevoli esperienze amministrative oggi, con grande umiltà e impegno torna a fare il soldato semplice insieme a una nuova classe dirigente che è già matura per governare e a prendere il testimone che la generazione di Pepè Lombardo è pronta a passare», prima dell’impegno finale finalizzato a una sponda istituzionale sovracomunale. «Porteremo – ha detto Naccari – le questioni riguardanti i precari e l’inclusione sociale in cima alle nostre battaglie in Parlamento e in consiglio regionale, perchè è questo lo spirito del Partito Democratico che su queste basi intendiamo rifondare partendo dalle realtà cittadine come Locri».