di Gianluca Albanese
LOCRI – “Dopo nove anni il caso si riapre. Con la deposizione odierna del teste Domenico Spatari crolla il castello accusatorio contro quello che è stato additato come l’autista del killer di Franco Fortugno”. Sono le parole dell’avvocato Pino Mammoliti, difensore dell’imputato Maria Reale al processo contro i presunti falsi testimoni nell’omicidio Fortugno.
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Davanti al collegio presieduto dal giudice Amelia Monteleone è stato escusso, tra gli altri, anche il titolare del ristorante di Mammola “La bottega dei sapori” al quale, in precedenza, era stata captata un’intercettazione ambientale in cui diceva di ricordare che nel primo pomeriggio del 16 ottobre 2005, tra i clienti seduti ai tavoli del rinomato locale c’erano anche Giuseppe Marcianò e la moglie Maria Reale.
“Il teste Spatari – ha dichiarato l’avvocato Mammoliti a Lente Locale – ha riferito in aula di ricordare che quel giorno tra i tavoli c’erano anche Marcianò, la moglie, due bambini, un neonato nella culla e il loro amico Filippo Ierinò. Non solo – ha proseguito Mammoliti – Spatari ha addirittura ricordato di aver scaldato il latte del biberon del bambino più piccolo”.
Ma non finisce qui, perché durante il duro botta e risposta tra il PM Stefano Musolino e lo stesso Mammoliti, c’è stato un episodio sul quale la difesa punta tantissimo: “Il teste Spatari – ha concluso Mammoliti – ha riconosciuto in foto Giuseppe Marcianò come suo cliente a pranzo del 16 ottobre 2005 e questo è un fatto che riapre la ricerca della verità su un omicidio che destò grande scalpore”.