di Gianluca Albanese
GERACE – «A me preme che la struttura dell’ex ospedale di Gerace sia utilizzata e dovrà essere l’Asp, di volta in volta a decidere del suo uso. Non m’interessa polemizzare o fare il tifo per questa o per l’altra fazione». Sono le parole di Pino Varacalli (nella foto), sindaco di Gerace e, da poco, presidente del comitato di rappresentanza dei sindaci presso l’Asp di Reggio Calabria.
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Varacalli, sindaco da tre anni, spiega a Lente Locale le ragioni della sua valutazione. «L’immobile è inutilizzato da una vita e il nostro Comune ha speso svariate decina di migliaia di euro per pagare la relativa Imu. Ora, nei due mesi che sono trascorsi dal suo insediamento, il commissario dell’Asp Sarica è venuto due volte a Gerace per cercare di trovare un modo per utilizzare questa struttura che sicuramente può dare di più che ospitare due stanze degli uffici di prevenzione, ma intanto siamo usciti dal limbo dell’inutilizzo prolungato dopo le note vicende dei decenni passati».
Già l’utilizzo. La struttura, anni fa, venne concepita come ospedale per lungodegenti. «Ora – rileva Varacalli – la sanità è cambiata. Ci sono le Rsa al posto dei reparti per lungodegenti, ci si opera di cataratta con pochissime ore trascorse in ospedale, non ci vuole più una settimana per una semplice operazione di appendicite e quindi non ha più molto senso una struttura concepita come in origine. Mi auguro – ha aggiunto il sindaco di Gerace – che venga sfruttata appieno perché io non faccio il tifo per il trasferimento dei dipartimenti di prevenzione a Gerace, dico solo che la struttura c’è, va utilizzata ed è di proprietà dell’Asp che, anche in forza delle recenti normative, non può pagare dei fitti passivi quando ha immobili di sua proprietà non utilizzati. Di sicuro, dopo l’avvento di Sarica, c’è un interesse diverso e maggiore per la sanità locridea, diversamente da quanto fatto da chi l’ha preceduto, ovvero l’ex Dg dell’Asp Rosanna Squillacioti, che non ha mai manifestato intenzioni serie e chiare sul futuro dell’ex ospedale di Largo Piana».
Insomma, per Varacalli «Sarica ha nominato dieci nuovi medici nel territorio e si sta adoperando per incrementare l’offerta sanitaria nella Locride, riuscendo, nel contempo a razionalizzare le spese. Perché – si chiede il sindaco di Gerace – dobbiamo giudicarlo negativamente dopo solo due mesi dal suo insediamento?».
Il presidente del comitato dei sindaci presso l’Asp di Reggio Calabria non polemizza direttamente con nessuno dei suoi colleghi, nemmeno col suo omologo locrese Giovanni Calabrese, che ha fortemente voluto sia la manifestazione di maggio in catene davanti all’ospedale di Locri che il consiglio comunale aperto di giovedì sera, però avverte: «Gli amministratori dovrebbero impegnarsi di più nel lavoro quotidiano e passare meno tempo nelle piazze. Ora, sia chi amministra che i partiti politici devono essere al fianco di chi si batte per sbloccare, a livello romano, cioè al tavolo Massicci, il turn over e permettere nuove assunzioni nella sanità, perché queste sono le cose che contano, non le battaglie ideologiche o, peggio ancora, campanilistiche».
Lo stesso primo cittadino di Gerace è intervenuto giovedì sera al consiglio comunale aperto di Locri vestendo i panni del bastian contrario. O meglio, di chi aveva una posizione diversa da tutti gli altri. Se questo gli causerà qualche problema di rappresentatività nel ruolo di presidente del comitato dei sindaci presso l’Asp non siamo attualmente in grado di stabilirlo, ma le voci di dissapori in atto con altri sindaci (in primis con Calabrese) circolano, alimentate perfino dalla circostanza che l’assessore Fontana (genero dello stesso Varacalli) ha disertato le sedute di giunta del mese di giugno, come risulta dalla “x” della colonna degli assenti nelle delibere dell’esecutivo municipale locrese dalla numero 57 alla 60. E’ solo una mera coincidenza?