di Adelina B. Scorda
AFRICO – Le difficili condizioni atmosferiche hanno costretto in Campania l’Europarlamentare Erminia Mazzone che avrebbe dovuto presenziare al tavolo concertativo messo a punto dal movimento politico culturale Nuova Calabria ad Africo. “Più donne più Democrazia” un titolo che raggruppa molteplici sensi e significati raccontati e rappresentati dalla diversità di approcci che le relatrice hanno adottato, come le riflessioni di Anna Aspesi, responsabile del progetto Exodus ad Africo, Bruna Filippone, responsabile Pari Opportunità al Miur, di Alessandra Polimeno consigliere provinciale e presidente della terza commissione “Beni culturali e Politiche sociali”.
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Un panorama multi sfaccettato quello che si presenta al pubblico presente in sala. Ogni storia, ogni pensiero porta con sé un’esperienza di vita frutto di sacrificio, soddisfazione e passioni. Le proposte si indirizzano tutte verso la necessità non solo di una maggiore partecipazione femminile alla vita politica, ma alla necessità di creare anche quelle condizioni che consentano al cosiddetto “ gentil sesso” di essere posto sullo stesso piano sostanziale in cui è messo l’uomo. Si ricordano le lotte femministe, tornano alla memoria le vite di grandi donne esempio nella storia di forza e coraggio, Maria Montessori, Anna Frank solo per citarne alcune.
Ritorna alla mente il 2 giugno del 1946 data in cui le donne per la prima volta esprimono attraverso il voto il loro pensiero politico.
La storia delle donne, ricca di tutte le loro potenzialità, rappresenta un aspetto importante della modernizzazione del nostro paese e Africo, come molte altre realtà del nostro territorio, racchiude in sé un potenziale ancora inespresso.
Risuonano le parole della giovanissima insegnante Chiara Criaco e di Ermina Latronico, avvocato, ma sono le dichiarazioni di una semplice spettatrice, Anna Maria Priolo, che con un intervento contro corrente chiariscono il vero significato di quanto il convegno vuole e deve trasmettere.
È giovane e ha ascoltato gli interventi dalle relatrici, che uno dopo l’altro si snodano e toccano corde significative raccontando il processo di modernizzazione che ha caratterizzato la donna. Si discute di politica e di cosa da essa bisogna esigere, si riflette su cosa la donna possa e debba fare per non essere più costretta a vivere entro un ristretto raggio d’azione, qui forse più che altrove. Si sciorinano leggi e provvedimenti volti a garantire una maggiore equità fra sessi, ed è qui che s’inserisce l’intervento di Anna Maria.
“Se ci fermassimo ad analizzare il vero significato di democrazia, governo del popolo, dove per popolo non s’intente solo l’uomo come genere maschile, ci renderemmo conto che in esso c’è già la soluzione al nostro quesito. Continuando a promuovere iniziative volte a sottolineare l’esigenza di una maggiore uguaglianza fra uomini e donne, continuando a varare leggi e decreti a sostegno del cosiddetto “gentil sesso” non facciamo altro che sottolineare una condizione che iniquità fra le parti. Ciò che invece servirebbe è un’indifferenza costruttiva, per non stagnare in quell’uguaglianza formale “conquistata” ormai da tempo, ma per raggiungere l’uguaglianza sostanziale che non necessita di proclami, leggi e quote rosa”. Anna Maria, involontariamente, o forse no, ha tentato di riportare il discorso alla centralità del problema.
È un cambio di mentalità quello che necessita, le leggi i decreti gli interventi pesano nella loro necessità come un macigno sottolineando ancora di più quella differenza di genere che si sta tentando di abolire.
Si fa strada fra le parole di donne l’intervento del consigliere regionale Pietro Crinò, introdotto da Francesco Criaco, moderatore del convegno. “In politica, bisogna ribadirlo, le donne si sono fatte spazio tra molti ostacoli. Siamo quindi di fronte anche ad una storia di appartenenze ed eredità culturali che non possiamo confutare o far finta di non ricordare. Per questo, oggi, è importante avere donne valide e competenti che contribuiscano fattivamente alle scelte della politica italiana. In tal senso, questa legislatura è quella che fa registrare in Italia il record di elezioni al femminile. La speranza è quella che anche in Calabria ci sia, già dalle prossime elezioni, una nuova consapevolezza e vengano votate molte più donne. Avere più donne in Consiglio Regionale, ad esempio, che rappresentino il pensiero e le esigenze di un elettorato, significherebbe dare un importante contributo di conoscenza per la comprensione del presente e per un progetto di sovranità popolare più completa ed egualitaria. Per questo, ritengo sia inderogabile offrire alle donne le stesse opportunità e gli stessi spazi che già possiede il genere maschile”.
Il convegno si avvia alla conclusione con l’ultimo intervento, quello del consigliere provinciale Alessandra Polimeno che riallacciandosi alle parole di Anna Maria Priolo ribadisce la necessità di un cambiamento culturale che conduca a quella uguaglianza di genere, a quell’uguaglianza sostanziale ancora molto distante. “ La politica – ha detto – vive, ragiona, si articola con dei tempi tutti al maschile, questa è una realtà figlia di una cultura ancora troppo maschile che noi tutti insieme dobbiamo cambiare. Come? Lavorando, collaborando soprattutto fra noi donne sostenendoci, promulgando leggi che ci sostengono di essere messi tutti sullo stesso piano. Come consigliere provinciale, pur non avendo una delega formale alle pari opportunità, sto cercando di creare quelle condizione che portino a compiere passi avanti, promuovendo ad esempio la costituzione di una consulta femminile, un tavolo sulla parità di genere, una mozione contro il femminicidio. Tanta strada dobbiamo ancora percorrere, e questo di stasera, qui ad Africo è un punto cui ripartire”