DI SEGUITO LA NOTA STAMPA DEL VICE COORDINATORE “GRANDE CITTA’” DEL PDL-FI ANTONIO PIZZIMENTI:
“I precari dell’Asp di Locri devono trovare legittima sistemazione dopo oltre un decennio di precariato”. Lo afferma in una dichiarazione il vice coordinatore ‘Grande città’ del Pdl-Fi, Antonino Pizzimenti.
“L’atteggiamento del management dell’Asp di Reggio Calabria, cui compete la decisione di prolungare il rapporto di lavoro – afferma Pizzimenti – fortemente discutibile, oserei dire anche ondivaga ed ai limiti della legittimità. Infatti, pur in presenza di un parere positivo del Dipartimento regionale della sanità, la prosecuzione del rapporto di lavoro non viene riaffermata e si lasciano a casa esperienze e professionalità di lungo periodo che hanno servito efficacemente le strutture sanitarie della locride ed i cittadini-utenti.
L’approssimarsi del voto sulla Legge di Stabilità da parte del Parlamento – prosegue Pizzimenti – potrà ulteriormente legittimare la prosecuzione del rapporto di lavoro dei professionisti amministrativi, tecnici e infermieri di Locri, ma è contemporaneamente necessario che l’Asp di Reggio Calabria produca gli atti propedeutici necessari per la riammissione in servizio di queste figure professionali. Provocherebbe sbigottimento se dall’Asp non giungesse in tempi brevi quell’atto legittimo che assicurerebbe un buon viatico per la stabilizzazione definitiva di quel personale.
Credo che – osserva ancora Pizzimenti – in presenza di una situazione amministrativa abbastanza chiara a nessuno è consentito cincischiare con il rischio di mandare definitivamente a casa persone di elevata garanzia professionale. E’ una questione che investe soprattutto le coscienze, alla luce di quella che appare come un’autentica forma discriminatoria tra precari, alcuni dei quali giustamente stanno in atto beneficiando della proroga del rapporto di lavoro, mentre altri (considerati di serie B) sono ancora in attesa di riprendere servizio. Una situazione a dire poco paradossale e che assume significati politici contorti e che non può consumarsi sulle vita di persone perbene e onesti professionisti e lavoratori”.