di Pietro Sergi*
Tra ovvio, retorica e passerella Politica
Certi atti non si può che condannarli senza appello, parlo dell’incendio al portone del Palazzo Comunale di Platì, perché comunque il Comune deve è e deve essere la casa “Comune” di tutti (nomen omen) e non degli Amministratori in quanto inquilini protempore. Oggi ho seguito la diretta Facebook del Consiglio Comunale di Plati, dove presenziavano il Presidente Occhiuto, il Senatore Morra, il Vescovo Oliva, il Prefetto di Reggio Calabria e tanti altri illustri esponenti delle forze dell’ordine e di Libera, chiamati ad esprimere vicinanza, presenza e solidarietà. Mai sentita tanta retorica, per ciò che riguarda la Politica, in questa brevissima quanto significativa iniziativa. In mezzo a questo “escursus dell’ovvio”, l’unico ad accennare ad un’opera strategica che sempre più sembra diventare un miraggio, la Bovalino-Bagnara, è stato il Vescovo; gli altri parlano di vaccini e giustificazioni annesse.
Sempre più convinta la mia solidarietà ai Cittadini di Platì e della Locride, di quei Cittadini, cioè, vessati da certi gesti insulsi, stritolati dalla retorica politica e sempre meno rappresentati dalle Istituzioni Politiche. Personalmente sono stanco di tutta questa retorica, di questa infinita sequela di gesti simbolici, spesso voluti da chi dovrebbe pretendere ben altro tipo di presenza istituzionale, scollati tra di loro come cerotti con i quali si vorrebbero curare ferite mortali. Questo lembo di terra depresso e disordinatamente laborioso, necessiterebbe di un coordinamento che mettesse insieme queste macchie di genuina laboriosità, che andrebbero sostenute e issate a tratto identitario, valorizzate e non richiamate sempre con l’unica funzione di fare da contrappeso ai soliti luoghi comuni negativi. In tutto questo, se il Presidente Occhiuto viene a vantarsi di aver aperto il centro vaccinale a Platì, senza dare mai uno straccio di notizia concreta, non darei neppure la colpa a lui, né a chi, a vario titolo, è intervenuto al Consiglio Comunale, perché per me il dramma è rappresentato da chi li chiama a dispensare retorica e promesse vane. Cosa pensavate che potessero dire di diverso?
C’è qualcuno che crede che a seguito di queste lodevoli iniziative lo “Stato” improvvisamente appare con le stesse dinamiche con le quali è presente in altre Regioni o in altri territori depressi e bisognosi di interventi infrastrutturali e di investimenti sull’occupazione giovanile? Qui vengono, SE CHIAMATI, quando ci sono episodi negativi, a dichiarare che lo Stato c’è. Uno Stato che qui arriva sempre in ritardo, a cose fatte. Solo colpa dello Stato? Purtroppo no. C’è carenza di amor proprio che travalichi gli angusti confini del proprio orticello. Ci sono brutte abitudini dalle quali non riusciamo a liberarci come Amministratori e come Cittadini. Siamo un popolo frammentato dove chi può si crea un bozzolo di normalità dentro il quale rinchiudersi senza lamentarsi più dì tanto e lascia fuori il mondo che lo circonda. C’è una parte del popolo che si accontenta di essere pecora ed elegge i lupi come rappresentanti dei propri interessi, leggasi diritti e non favoritismi, che crede di aver vinto perché ha vinto colui che ha votato senza neanche sapere chi sia realmente, salvo poi lamentarsi h 24. Basta che mando avanti il mio “amico” , anche per interposta persona, e la sua combriccola e se poi non vedo neanche le briciole chi se ne frega?! I nostri governanti sanno come siamo. Sanno che non conta e non conterà nulla se faranno o non faranno, perché il “Popolo” alla fine avrà sempre paura di cambiare anche se fosse certo di cambiare in meglio. Solo una sparuta minoranza cerca di cambiare qualcosa attraverso il voto, tentativi sistematicamente mortificati dai soliti noti, meno noti e falsi che credono che tradendo con la matita facciano un dispetto agli altri e non a loro stessi. Quando, e se mai lo capiranno, se non sarà già troppo tardi forse qualcosa inizierà a cambiare.
*: dirigente principale Sinistra Italiana