di Gianluca Albanese
PLATI’ – “Oggi siamo qui a Plati’ perché a noi la politica piace farla alla luce del sole, in pieno giorno, affiggendo i manifesti e coinvolgendo anche gli organi di stampa. Non come i soliti politici che per decenni sono venuti qui di notte, di nascosto, e solo a caccia di voti”. In questa frase della dirigente regionale del Pd Maria Grazia Messineo c’è il senso dell’iniziativa messa in campo dal partito di Renzi nella canonica della chiesa Matrice.
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Un’assemblea molto partecipata, a tratti chiassosa, ma che ha il merito di aver dato voce a chi di solito non può esprimere le proprie idee, perché chi abita da queste parti ha impresso dalla nascita, secondo una certa vulgata, il marchio infamante della mafiosita’.
Invece no. Da questa parti c’è chi ha voglia di impegnarsi in prima persona per ricostruire le condizioni tali da potete eleggere di nuovo un consiglio comunale e un sindaco, dopo le tante occasioni perse, anche nel recente passato.
E così, al di là dell’impegno della Messineo, che ha concepito, fortemente voluto, realizzato e moderato l’incontro, al di là del segretario regionale Magorno, che ha subito sposato l’iniziativa, riuscendo a ritagliarsi uno spazio nella sua agenda sempre così fitta di impegni, al di là del segretario provinciale Seby Romeo e della sua vice Mariateresa Fragomeni, i protagonisti sono stati loro: i cittadini di Plati’, desiderosi di parlare e, come avrebbe detto il compianto Corrado Alvaro, “di essere parlati”.
Dopo il breve saluto della Fragomeni, che subito dopo ha abbandonato i lavori per impegni pregressi, la Messineo ha esordito rammaricandosi per l’assenza dei consiglieri regionali “soprattutto – ha detto – di quelli del Pd che avevano il dovere di essere presenti”.
Molto popolare da queste parti, tanto da strappare numerosi applausi a scena aperta, (viste le manifestazioni tenute in loco insieme al presidente del Centro Studi Lazzati, il giudice di Cassazione Romano De Grazia), la Messineo ha spiegato il senso dell’iniziativa odierna, ovvero quello di costruire le condizioni per una presenza attiva, stabile e organizzata anche qui a Plati’.
La nostra impressione è che l’humus non manchi. Lo si coglie dagli interventi incoraggianti dell’emigrante di ritorno Domenico Trimboli, che non ne può più della cattiva nomea e del vizio di fare di tutta l’erba un fascio accomunando sotto lo stesso stigma infamante i delinquenti e i tanti cittadini per bene che popolano questo centro interno, sicuramente non meno bello di tanti e decantati borghi antichi locridei. “Altro che tutti delinquenti – ha detto Trimboli – le strade interrotte simboleggiano l’assenza dello Stato e soffriamo di disoccupazione e povertà con ben 40 famiglie del luogo che hanno bisogno dell’assistenza della Caritas”.
Si sono registrati anche interventi critici come quello di Pasquale Marando che ha rimproverato al partito di essere assente dalle manifestazioni a difesa dei diritti dei lavoratori idraulico-forestali, ma si è anche chiesto come mai i consiglieri regionali del Pd non si siano dimessi dopo l’abbandono di Scopelliti. Molto critico anche Giuseppe Agresta che ha detto che “Lo sviluppo non si crea mandando 800 militari e attendo ancora – ha detto – risposte in tal merito da Renzi e da Alfano”.
Francesco Carbone della CGIL si è rivolto a Magorno e Romeo dicendo “Stateci vicini come partito che noi saremo al vostro fianco”.
Dopo che la Messineo ha ricordato una risposta che le diede l’allora governatore Scopelliti quando in un incontro pubblico di qualche anno fa disse che “Non posso andare a Plati’ altrimenti gli inquirenti mi fotografano,m ‘intercettano e mi scambiano per un politico colluso con la ‘ndrangheta”, e’ intervenuto Seby Romeo che dopo aver espresso un plauso a Maria Grazia Messineo per l’impegno profuso nell’organizzazione dell’odierno incontro, ha detto chiaramente che da oggi si lavorerà per creare un circolo del Pd e un seggio per le primarie a Plati’ “nel rispetto – ha chiosato – delle regole e della nostra chiara posizione di assoluta contrarietà alla ndrangheta. Sulle infiltrazioni nelle istituzioni – ha proseguito – non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca, ma dobbiamo dire chiaramente da che parte stiamo. E allora – ha aggiunto – i tre pilastri che ispirano la nostra azione anche a Plati’ saranno quelli di sempre: lotta alla ‘ndrangheta, sviluppo del territorio e una maggiore e migliore presenza dello Stato attraverso le sue istituzioni democratiche”.
Scroscianti applausi della platea quando Romeo ha promesso che porterà qui il sottosegretario ai Trasporti che un paio di mesi fa ha tenuto un incontro programmatico e informativo a Locri.
Nel suo intervento conclusivo Ernesto Magorno non ha fatto sconti. Nessuna indulgenza. Nemmeno alla facile piaggeria. Perché va bene la voglia di riscatto e di sentirsi un paese normale. Ma di fronte alle questioni fondamentali Magorno dice a chiare lettere che “Se vogliamo davvero crescere e formare una nuova classe dirigente capace di governare il territorio, occorre isolare i delinquenti e insegnare ai bambini che da una parte ci sono i cattivi, ovvero la ‘ndrangheta, e dall’altra ci sono i buoni, cioè noi”.
Dopo una parola buona per la Messineo (“e’ un’ottima dirigente regionale”) e Romeo (“e’ il segretario provinciale col quale lavoro bene e quotidianamente”), non manca un passaggio autocritico nei confronti dei calabresi “che se volessero bene alla loro terra non la tratterebbero così”, ricordando che anche Renzi ci ha più volte stimolato ad una progettualità che serve per intercettare i fondi Ue.
“Non servono leggi speciali contro la ndrangheta – ha aggiunto – ma basta osservare quelle esistenti e isolare i criminali”. E sul partito a Plati’: “Non serve fare 50 tessere ma creare una sede, anche piccola, nella quale si possa discutere liberamente e fare politica alla luce del sole”. “Non è facile fare un circolo Pd qui – ha concluso – ma noi lo faremo”.