DA ALESSANDRA POLIMENO RICEVIAMO E PUBBBLICHIAMO:
Con l’esclusione di Wanda Ferro in seno al Consiglio Regionale della Calabria si blocca la possibilità di riconoscere un’alternativa politica, fatta di contenuti e proposte, di innovazione e senso civico. La limitazione che si è venuta a creare è un’ulteriore ferita che rischia di non rimarginare il già evidente distacco tra la gente e la rappresentanza politico-istituzionale. Una rotta sbagliata che il popolo calabrese non può permettersi ma che, con un harakiri forse sottovalutato da una parte dello stesso centro-destra (soprattutto in fase di promanazione della legge elettorale), sta per intraprendere.
{loadposition articolointerno, rounded}
Le questioni che lacerano in maniera dolorosa il patto istituzionale tra i calabresi e il Consiglio Regionale, orfano della Ferro, sono sostanzialmente due: da una parte il fatto (antidemocratico) che il candidato al quale più del 25% dei calabresi ha riposto fiducia non sieda a Palazzo Campanella, dall’altra la chiara rilevanza della qualità politica di Wanda Ferro che non merita un’esclusione così scriteriata. Appare paradossale, difatti, che Wanda Ferro, da sconfitta, o da seconda classificata, non possa sedere in Consiglio Regionale per dare voce, in testa al gruppo dei consiglieri regionali di minoranza, a quella nutrita fetta di calabresi che della sinistra non hanno avuto fiducia.
D’altra parte negli anni precedenti (da Loiero, sconfitto da Scopelliti, ad Abramo, sconfitto da Loiero, senza dimenticare Fava, sconfitto da Chiaravalloti) il secondo classificato, voce di una consistente porzione di Calabria, ha sempre seduto a Palazzo Campanella. Un cambiamento radicale, quello della nuova legge, che nulla aggiunge o migliora né alla macchina burocratica né allo snellimento dei vari processi di rinnovamento che necessita la nostra regione. Oltre alla grande stima che ho per la Ferro e per le sue qualità, mi sento di diramare questa nota per un senso alto della democrazia, che non può essere privata, in modo così netto, da chi, più degli altri consiglieri, dovrebbe vigilare sull’operato della maggioranza. Avrei fatto le stesse osservazioni se fosse stato escluso Oliverio. Per questo auspico che venga presto restituito a Wanda Ferro il diritto di rappresentare la volontà degli elettori, quegli elettori che hanno sì perso le elezioni ma non il diritto di avere una voce nel nuovo Consiglio regionale.