di Gianluca Albanese
ROCCELLA IONICA – Rischia di fare acqua da tutte le parti la nuova gestione del Porto delle Grazie a Roccella Jonica, le cui quote, al momento, sono possedute da Invitalia (anche se fonti governative fanno sapere che questa società sarebbe intenzionata a procedere alla liquidazione delle quote nei porti italiani non possedute al 100%), dal Comune di Roccella Jonica e da alcuni imprenditori locali.
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Purtroppo le attese sono state deluse, almeno stando alle testimonianze degli utenti della struttura portuale che da subito, sin dal nuovo insediamento della neo società, hanno dovuto fare i conti con aumenti esagerati delle tariffe per i posti barca. Aumenti che sarebbero stati giustificati dagli stessi diportisti, se almeno fosse stato garantito un congruo servizio all’interno del Porto delle Grazie.
Eppure, tranne una discreta illuminazione che prima mancava nelle varie banchine e nei finger, ad oggi nient’altro è stato fatto. La struttura infatti manca ancora di un sistema di video sorveglianza attivo h24, di controlli con personale capace di monitorare la situazione all’interno o nei parcheggi esterni; inoltre, non c’è nessuna chiusura con cancelli o sbarre con personale qualificato che ne regoli il traffico in entrata o uscita.
Per non parlare poi del servizio proprio all’interno dell’impianto di erogazione di gasolio per le imbarcazioni.
Servizi questi che i proprietari delle piccole e medie barche volevano fossero garantiti e invece, ad essere – tristemente – garantiti ancora oggi sono i ripetuti episodi di furti, non solo di motore o strumenti di navigazione, ma anche di imbarcazioni e gommoni, che nemmeno il più abile degli emuli di Lupin può far scomparire come se nulla fosse, senza che alcuno si possa accorgere che il natante è stato posizionato su qualche carro da rimorchio o all’interno di qualche grande furgone.
Come accaduto qualche settimana fa alla Diving Megale Hellas, la società di servizi turistici che è stata derubata del proprio gommone, un Sacs da 7,50 metri con motore fuoribordo Yamaha; e per ultimo, in ordine di tempo, una pilotina Sessa 21, di 6,50 metri.
Ma non solo: l’altro fatto increscioso è stato conseguenza del mancato monitoraggio degli arrivi in porto nelle ore notturne, tanto che chi è approdato a mezzanotte circa, per poi andare via alle prime ore dell’alba non ha mai lasciato un centesimo per l’attracco, anche perché a chi avrebbe dovuto corrispondere la tariffa se nessuno va ad esigerla a quell’ora?