di Simona Ansani
«Se la direttiva Ue ETS non verrà modificata, le conseguenze sul trasporto marittimo saranno pesantissime: in particolare le attività di transhipment verranno inevitabilmente delocalizzate e i porti italiani, innanzitutto quello di Gioia Tauro che è il primo per movimentazione container e che quest’anno si appresta a toccare il record per numero di trasbordi effettuati, smetteranno di operare, con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro e del know how fin qui acquisito dalle manovalanze, nonché di tutto l’indotto collegato. La Lega si sta battendo fin dall’inizio contro questo provvedimento scellerato dell’Europa, sottolineandone in tutte le sedi competenti gli effetti nefasti, e ora finalmente un nostro europarlamentare, Paolo Borchia, è riuscito a ottenere qualche prima risposta dal vicepresidente della Commissione, Maroš Šefčovič, responsabile per l’attuazione del Green Deal». E’ ciò che afferma con parole dure e decise la Senatrice della Lega, Tilde Minasi, in merito alla direttiva 2023/959 ETS, che, nell’ambito del pacchetto di interventi “Fit for 55”, mirante a tagliare di oltre la metà le emissioni di CO2 nel vecchio continente entro il 2030, si occupa dei trasporti marittimi, imponendo alle compagnie navali di compensare annualmente le proprie emissioni inquinanti.
Dunque si parla di una tassa troppo elevata, che porterebbe gli armatori a dirottare le loro navi su porti al di fuori dall’Europa e spingersi fino al Nord Africa. E così il nuovo regime fiscale che entrerà in vigore il 1 gennaio 2024 con l’applicazione della direttiva Ue Fit For 55, rischia di arrecare danni all’economia prodotta dall’infrastruttura portuale principale della Calabria e in generale, a tutte le infrastrutture portuali italiane. Per questo motivo il Presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso e i capigruppo di centrodestra a Palazzo Campanella hanno sottoscritto una mozione per fermare la direttiva de’UE.
Di riforma necessaria invece parla il Partito Democratico della Calabria, che mira soprattutto alla salvaguardia e alla salute dell’ambiente ma «che porta con se alcune conseguenze negative per la competitività dei porti europei, principalmente per il porto di Gioia Tauro, su cui bisogna intervenire con estrema urgenza e su cui riteniamo che il Consiglio regionale della Calabria debba trovare una posizione condivisa che vada al di là delle appartenenze politiche, senza fughe in avanti ideologiche, e miri a salvaguardare l’operatività della principale struttura portuale calabrese».
Quale proposta porta al vaglio il Pd? Quella avanzata e suggerita dal Presidente dell’ “Autorità di sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio” che il mese scorso ha sottoposto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ovvero una modifica che consentirebbe di inserire Gioia Tauro nello stesso elenco in cui sono inseriti il porto di Tangeri e di Porto Said, garantendo pari condizioni di mercato e la riduzione del costo di transito verso porti italiani successivi.