Non ha senso incoronare la Madre di Gesù e Madre nostra se poi si lasciano morti per terra, si dà vita a nuove violenze, soprusi di ogni genere e tutto ciò che è stato nell’arco temporale di cento anni, dall’ormai remoto 1923 in cui venne a consolidarsi il feeling, per così dire, tra Maria Santissima di Portosalvo e la città di Siderno: feeling che molto più semplicemente è “fede”, ma che fede è se poi, per come i sidernesi hanno tristemente vissuto in questo secolo della loro, gloriosa, Storia, si scrivono delle pagine che proprio edificanti, mettiamola così, non sono state? La strada verso “Agenda 2030” per il benessere di tutti.
di Antonio Baldari
SIDERNO –
Le ultime bancarelle sono andate via domenica sera e nella giornata di ieri ci si è pesantemente rimboccati le maniche per rimettere la città a posto, consentendole di riprendere la cosiddetta “normalità”; Siderno si stiracchia, sbadiglia e si mette di nuovo in cammino ancorché la sua normalità, all’indomani dei solenni festeggiamenti in onore della propria Augusta Patrona e Regina – nuovamente incoronata dopo cento anni insieme a Gesù Bambino – non piaccia molto alla Chiesa di Locri-Gerace, che lo ha affermato a chiare lettere, senza “se” e senza “ma”.
In buona sostanza, si è evinto dal saluto preambolare di don Bruno Cirillo prima e dai deferenti ringraziamenti del vescovo della diocesi, monsignor Francesco Oliva, che non ha senso incoronare la Madre di Gesù e Madre nostra se poi si lasciano morti per terra, si dà vita a nuove violenze, soprusi di ogni genere e tutto ciò che è stato nell’arco temporale di cento anni, dall’ormai remoto 1923 in cui venne a consolidarsi il feeling, per così dire, tra Maria Santissima di Portosalvo e la città di Siderno: feeling che molto più semplicemente è “fede”, per come la si appella sotto il profilo religioso, ma che fede è se poi, per come i sidernesi hanno tristemente vissuto in questo secolo della loro, gloriosa, Storia, si scrivono delle pagine che proprio edificanti, mettiamola così, non sono state?
“Basta, serve una Siderno nuova”, lo sferzante invito della Chiesa locridea e locale, pensando che si è financo arrivati allo scioglimento del Consiglio comunale di Siderno, cinque anni orsono, che la dice lunga sull’approoccio sociale ma anche politico che Oliva ed i suoi collaboratori hanno posto in essere in occasione dell’evento dell’anno a Siderno, perché la negatività che ha fatto registrare nei cento anni considerati non è stata ascrivibile solo ed esclusivamente a questioni afferenti alla criminalità organizzata, a fatti di ‘ndrangheta e quant’altro, ma anche alle istituzioni locali che non sono state poi così ligie al proprio dovere, nell’essere “porto sicuro” – tanto per usare un termine caro ad una cittadina di marina come Siderno – per i propri concittadini.
Che, evidentemente, in taluni frangenti della vita amministrativa non si sono sentiti degnamente rappresentati perchè “le istituzioni devono soprattutto questo a coloro che li hanno democraticamente eletti, dare degna rappresentanza, sicurezza ed il diritto di fruire dei servizi indispensabili nella vita di ogni giorno, soprattutto rimanendo costantemente accanto a chi è più debole e vive nel bisogno” – uno dei passaggi essenziali più volte rimarcato nelle omelie offerte ai fedeli; e quindi, dicendo ancora una volta “Basta perché serve una Siderno nuova”, per questo mettendo pure se stessa, la Chiesa, al centro del dialogo con la città di Siderno, una Chiesa afflitta da secolarizzazione, una certa autoreferenzialità, mali antichi e nuovi che portano ad una vera e propria decadenza, perdendo di vista, anche qui, coloro che sono gli ultimi, che abitano le periferie materiali ma anche e soprattutto spirituali, per come del resto papa Francesco frequentemente chiede all’episcopato, ai presbiteri ed a tutto il clero rimanendo quasi frequentemente inascoltato.
Una Chiesa che, insomma, deve metterci la faccia riprendendosi il ruolo guida a livello religioso ma, come asseriva il vescovo Oliva il giorno della festa, l’8 settembre, “insieme alle Istituzioni perché c’è bisogno di lavorare intensamente per il bene comune, per il bene di tutti”; in definitiva, è giunta l’ora che Siderno si rinnovi, salendo verso quelle vette socio-politico-culturali e religiose che maggiormente le si confanno, interpretando alla meglio il ruolo che le compete per sé stessa e che è, di riflesso, anche per il comprensorio della Locride, volendo raccogliere le nuove sfide che, tanto per dire, ci conducono verso “Agenda 2030”, che ha alla base dei propri obiettivi la garanzia del benessere di tutte le persone, lo sviluppo economico, la protezione dell’ambiente, affrontando aspetti come la pace, lo Stato di diritto e il buongoverno, essenziali per la promozione dello sviluppo sostenibile.
Sotto il materno ed attivo sguardo di Maria Santissima, Regina di Portosalvo, essendo come Lei vuole che noi siamo.