di Gianluca Albanese (ph. Enzo Lacopo)
LOCRI – Sono due le possibili vie d’uscita dalla situazione di incertezza e preoccupazione che da mesi attanaglia centinaia di lavoratori precari del mondo della scuola. Una vicenda posta all’attenzione dell’opinione pubblica grazie all’impegno del loro rappresentante comprensoriale, l’ex consigliere comunale Emilio Spataro, e che è stata oggetto di discussione aperta nel primo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale che ha avuto luogo questa mattina.
La prima è la via che dai banchi del consiglio regionale porta dritto dritto al Governo nazionale. E’ quella indicata dal consigliere regionale di maggioranza Candeloro Imbalzano che, assente al civico consesso locrese ha comunque recapitato un proprio messaggio in cui ha preannunciato una mozione consiliare sul tema al fine di pervenire a una loro stabilizzazione nel mondo della scuola o, come già indicato in una precedente mozione, ricollocarli negli uffici giudiziari; ma soprattutto è quella tracciata dal consigliere regionale di minoranza ed ex assessore regionale al Lavoro Nino De Gaetano, che invece era presente in Consiglio, insieme ai sindaci di Benestare, Gerace e Bianco. Il secondo percorso indicato, invece, passa attraverso il coinvolgimento del prefetto di Reggio Calabria, come già indicato dal sindaco di Locri Giovanni Calabrese nei giorni scorsi. Una soluzione che ora trova l’avallo di un documento unitario del consiglio comunale che propone, oltre all’interlocuzione coi dicasteri interessati tramite il prefetto, l’istituzione di un osservatorio permanente sul precariato e il contestuale coinvolgimento dell’assemblea dei sindaci di AssoComuni locridea.
La sala poco dopo le nove è già piena di gente. Unico assente ai lavori il consigliere di opposizione Pino Mammoliti, fuori sede per motivi di salute, al quale il presidente Maio ha augurato, a nome di tutto il civico consesso, una pronta guarigione.
EMILIO SPATARO, IL LEADER DEI PRECARI DELLA SCUOLA
Emilio Spataro prende subito la parola e argomenta in maniera chiara ed esaustiva, nonostante l’ovvia preoccupazione per il suo futuro professionale e di quelli che vivono al sua stessa condizione. «Da tre mesi – ha esordito Spataro – conoscete la nostra storia iniziata coi tagli ministeriali di 25 milioni per il 2014 e 50 per il 2015. La nostra drammatica vicenda volge al termine. Il nostro lavoro è stato di vitale importanza in tutti i settori in cui siamo stati impegnati. Abbiamo supplito alle carenze delle figure professionali mancanti. Fummo trasferiti, una dozzina di anni fa, dagli enti comunali ai provveditorati come collaboratori scolastici LSU. Ci dissero che ci avrebbero assunto ma lo hanno fatto solo le ditte private alle quali sono stati terziarizzati i servizi. Tutte le promesse di farci rientrare nelle graduatorie sono state disattese come tutte le stupidaggini promesse dal nostro sindacato». Quindi, Spataro arriva rapidamente al dunque e allo scorso mese di luglio, quando la bomba dei precari scoppiò in tutta la sua evidenza. «L’articolo di Italia Oggi – ha detto – parlava chiaro: i tagli erano già stati fatti. Capiamo tutte le difficoltà attuali: non comprendiamo, invece, quello che è stato fatto dodici anni fa». Quindi, preannuncia le richieste dei lavoratori. «Puntiamo – ha riferito in aula – al riconoscimento di questi dodici anni di servizio prestato alla scuola e poi all’assunzione nelle strutture scolastiche. Sta finendo – ha proseguito – anche la cassa integrazione e il nostro futuro è quello da licenziati a fine anno scolastico per poi essere riassunti a settembre ma con uno stipendio ulteriormente decurtato, da LSU a tutti gli effetti. Chiedo – ha concluso – che questo nostro grido possa arrivare nei palazzi che contano dopo 12 anni di mortificazioni».
A questo punto ci si aspetta l’avvio del dibattito in aula, ma nessuno prende la parola. Il sindaco Calabrese chiede e ottiene la sospensione di un quarto d’ora dei lavori in attesa dei preannunciati arrivi del consigliere regionale De Gaetano e degli altri sindaci.
IL DIBATTITO/1
Alla ripresa, gli ospiti attesi sono ai loro posti e il dibattito finalmente inizia col vicesindaco Sainato che ancora una volta ricorda la scelta fatta sei anni fa dall’allora amministrazione Macrì di stabilizzare 42 lavoratori ex Lsu-Lpu «Che ora – ha detto – anche se part time, lavorano da noi, segno che quando la politica s’impegna seriamente i risultati li ottiene. Oggi – ha proseguito – possiamo fare anche un documento consiliare congiunto, ma non basta perché è la politica a doversi fare carico della risoluzione di un grave problema occupazionale del genere che non ha colore politico ed entro la fine dell’anno scolastico i lavoratori oggi presenti in questa sede devono avere delle certezze sul loro futuro». Non manca una frecciata all’ex sindaco Pepè Lombardo «Quel politico “illuminato” che nel 2000 diede false aspettative a questi lavoratori prefigurando una loro stabilizzazione che non è mai arrivata». Da una prospettiva diversa, ovvero quella del mondo del lavoro, l’assessore Passafaro ha criticato le scelte fatte in passato, specie a livello nazionale. «Sbagliarono – ha detto – i bandi fatti all’epoca e due anni fa lo dissi agli assessori allora in carica. Un medico non può sapere come si porta avanti un’azienda. Solo chi viene dal mondo del lavoro può dare indicazioni fruttuose. A De Gaetano chiedo di responsabilizzare il Governo centrale nel quale è rappresentata sia la nostra parte politica che la sua, affinché si possa dare realmente ossigeno all’economia. Cerchiamo di stabilizzare chi sta lavorando nella pubblica amministrazione. Ringrazio Emilio per la lotta che ha avviato. È importante – ha concluso – che le proposte partano dalla base perché i nostri problemi ce li dobbiamo risolvere da soli e la lotta è solo all’inizio». Dai banchi dell’opposizione, il capogruppo Antonio Cavo ha detto che «Il problema va affrontato in pieno e non cado nelle provocazioni lanciate dal vicesindaco. Solo essendo uniti possiamo far sentire la voce del Consiglio. Non è il momento di guardare indietro alle responsabilità pregresse ma bisogna risolvere il problema. Non avremo nessun problema – ha concluso – a condividere un documento unitario della maggioranza».
NINO DE GAETANO
Il suo era l’intervento più atteso. Ed è stato piuttosto pragmatico e articolato. «La soluzione – ha premesso il consigliere regionale – non la possiamo trovare stamattina ma possiamo immaginare un percorso di uscita dalla crisi. Bene fece il Comune di Locri a stabilizzare allora gli LSU su un bando dell’epoca che feci io. Prima bisogna stabilizzare chi precario lo è già e poi si crea altro precariato». Dalla premessa alla road map attuale il passo è breve. «Mi impegno – ha detto – a fare fin da ora una mozione per interessare il presidente a intervenire presso il Governo. Il problema va affrontato a livello ministeriale. Dobbiamo chiedere alla giunta regionale un incontro al ministro della Pubblica Amministrazione. Io personalmente l’ho già chiesto e appena me lo danno invito tutti a partecipare. Il primo problema è di evitare di farvi ridurre le ore da 35 a 20 ogni settimana. Già nella legge di stabilità devono recuperare la somma per evitare la riduzione delle ore. L’accordo di 12 anni fa che prevedeva l’assunzione del 30% di ogni anno aveva le sue pecche ma il colpo d grazia l’ha fatto la riforma Gelmini che ha fatto perdere il posto a 3.500 persone in Calabria. Le cooperative costano di più allo Stato ed è sbagliato il sistema che prevede il loro impiego. Non si può rimanere nel limbo dei contratti di servizio a rinnovo annuale o triennale». Ma siccome De Gaetano è un ex assessore regionale al Lavoro e sa bene come vanno le cose, ha messo in preventivo anche una soluzione di ripiego. «Come extrema ratio – ha concluso – si può in alternativa chiedere un contratto di servizio pluriennale con le cooperative. Serve avere subito la stabilizzazione a 35 ore e poi arrivare alla stabilità di progetto. Una soluzione per 15.000 persone si può trovare e va trovata anche approfittando dai posti che chi andrà in pensione lascerà liberi».
IL DIBATTITO/2
I primi a intervenire dopo De Gaetano sono stati due sindaci. Quello di Gerace Varacalli ha detto che «l’autunno e l’inverno saranno molto caldi sul fronte del lavoro. I lavoratori precari sono stati essenziali per il corretto funzionamento degli enti pubblici nei quali hanno lavorato» aggiungendo però che «Va modificato anche il disciplinare di utilizzo di questi lavoratori negli enti pubblici». Il primo cittadino di Benestare Rocca che, sollecitato da Spataro aveva già preso contatti col parlamentare del suo partito (SEL) Stefano che nei mesi scorsi presentò un’interrogazione sui precari del mondo della scuola, ha aggiunto che «La lotta riguarda sia i lavoratori che la scuola pubblica. Se le aziende private non ce la fanno più chiediamo che questo patrimonio umano costituito dai lavoratori deve tornare nel pubblico impiego. Il servizio pubblico – ha concluso – deve tornare ad essere pubblico». E’ seguito l’appello all’unità nella lotta da parte del sindacalista cislino Ferraro.
LE CONCLUSIONI DI CALABRESE
Il sindaco, in premessa, ha ringraziato gli altri primi cittadini presenti, così come il segretario del circolo locrese del Pd Peppe Fortugno, anch’egli in aula. «Condivido – ha detto – tutti gli interventi specie quando si dice che il problema riguarda tutti e non ha colore politico. A De Gaetano dico che non so se Fioroni o Berlinguer abbiano fatto meglio di Gelmini e Moratti. Che fare ora? L’ultima battaglia vera e’ stata fatta dai forestali: dobbiamo fare la stessa cosa? Dobbiamo bloccare le strade e mettere a ferro e fuoco la Regione? Io in campagna elettorale ho visto che la gente voleva solo lavorare e avere una sanità efficiente. Noi ci muoviamo sempre in questa direzione. Come Comune non abbiamo grosse soluzioni. Io ne ho già parlato con Scopelliti e Salerno. Non possiamo vendere fumo ai lavoratori. Proporrei anche un tavolo di concertazione in Prefettura che coinvolga anche i ministeri interessati. Bisogna alzare il livello dell’attenzione sia a livello di conferenza dei capigruppo che di AssoComuni attraverso un osservatorio permanente sul precariato. Bisogna puntare – ha ribadito – alla formazione qualificata e vera, che adesso non si fa ancora. Le assunzioni negli enti locali e nel pubblico in genere non ne fanno più. Solo attraverso una sana programmazione si può uscire dalla crisi».