di Gianluca Albanese
SIDERNO – «Per i servizi di pulizia delle scuole in Italia servirebbero 11.000 addetti, per un costo totale di 300 milioni di euro, ma siccome la pubblica amministrazione in Italia ha il blocco delle assunzioni, ci si rivolge ai privati, assegnando loro gli appalti tramite la Consip. Il punto è che si spendono ugualmente 300 milioni di euro, e a guadagnarci sono i privati, che lucrano sugli stipendi dei lavoratori precari che nella maggior parte dei casi prendono meno di 800 euro al mese».
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La disamina, come sempre chiara e senza sconti, è di Milena Gabanelli, la conduttrice di Report, il programma di RaiTre attualmente in onda.
Parla, sotto l’aspetto dei grandi aggregati, di una questione che noi di Lente Locale conosciamo bene dalla scorsa estate, grazie alle denunce dei lavoratori locridei rappresentati dall’ex consigliere comunale di Locri Emilio Spataro.
Questi ha spiegato, ai nostri taccuini, la situazione di precarietà e di incertezza del futuro lavorativo di questi lavoratori che svolgono un servizio essenziale nelle scuole, ma ogni fine anno scolastico, non sanno quando e se potranno riprendere a lavorare.
Già, perché l’appalto a privati di servizi d’interesse pubblico è qualcosa che risale agli anni ’90 e, soprattutto, risponde a logiche di mercato, ovvero alla ricerca del profitto per le cooperative spesso unite in grandi gruppi, che svolgono i servizi, attraverso l’utilizzo di una forza lavoro che, secondo quanto dichiarato a Report dal sindacalista Usb Maurizio De Martino «Vengono lasciati in una condizione di precarietà perché così sono più deboli, dipendenti dal bisogno, carne da campagna elettorale».
Dal macro al micro. Dalla prospettiva nazionale a quella locale.
Le denunce di Emilio Spataro e dei suoi colleghi hanno catturato, nei mesi scorsi, l’attenzione dei media e delle istituzioni locali. Articoli di giornali, servizi e ospitate televisive e anche un consiglio comunale aperto a Locri.
Il punto è che da allora non è cambiato nulla. Niente di nuovo sotto il profilo delle prospettive di stabilizzazione e, anzi, lo spettro sempre più reale di vedersi ridotto l’orario settimanale di lavoro a 18 ore con uno stipendio che arriverebbe a 400 euro mensili.
E allora occorre che l’attenzione sul tema rimanga alta. Spataro e gli altri lavoratori nelle scorse settimane hanno avuto anche un contatto in Prefettura. Ma ad oggi la situazione rimane stazionaria. E la domanda rimane tristemente senza risposta: come si farà a campare con uno stipendio di 400 euro mensili?
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