di Gianluca Albanese (ph. e video di Enzo Lacopo)
LOCRI – Si è giocata nell’asse che dal Comune di Locri arriva a palazzo Chigi, passando per la Prefettura di Reggio Calabria, la seconda giornata consecutiva di mobilitazione dei lavoratori precari ex Lsu della scuola, che dal primo marzo si vedranno ridotto del 50% il monte ore settimanale e, in proporzione, lo stipendio.
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Ieri, come riportato nel servizio di Francesca Cusumano e nelle immagini di Enzo Lacopo, si sono riuniti fuori dalla cattedrale; stamani, invece, Emilio Spataro e gli altri colleghi hanno incontrato, di buon mattino a palazzo di Città, il sindaco di Locri Giovanni Calabrese e il suo omologo geracese Pino Varacalli.
Calabrese, ha riconosciuto che tutti gli appelli fatti e il clamore mediatico sulla vicenda non hanno sortito gli effetti desiderati e, memore del consiglio comunale ad hoc, tenutosi in forma aperta lo scorso autunno, ha portato con sé la deliberazione presa quel giorno per esibirla nell’incontro programmato nella tarda mattinata col Prefetto.
Varacalli, che è anche dirigente nazionale Anci, ha contattato il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, parlando con una dirigente che gli ha riferito che della questione dei lavoratori precari del mondo della scuola ora se ne occupa direttamente la Presidenza del Consiglio. Quindi, il primo cittadino di Gerace ha chiamato direttamente il neo ministro per gli Affari Regionali Maria Carmela Lanzetta, che ha garantito il proprio personale impegno affinché si possa ottenere almeno una proroga dell’attuale monte ore, per poi poter affrontare la questione in maniera strutturale.
Successivamente, il corteo ha raggiunto la sede della Curia vescovile, laddove ha incontrato il vicario don Cornelio Femia, che con grande disponibilità ha ascoltato le ragioni della manifestazione, conscio che in una situazione disperata come quella dei lavoratori precari della scuola, qualsiasi canale, sia esso mediatico, associativo e istituzionale, può servire a tenere desta l’attenzione sulla vicenda.
I lavoratori, con in testa l’indomito Emilio Spataro, hanno ringraziato tutte le figure istituzionali incontrate per l’impegno, anche se il leader della protesta ed ex consigliere comunale ha aggiunto che “La proroga potrebbe andar bene ma solo come provvedimento tampone e transitorio, altrimenti, se così non fosse non sarebbe altro che il prolungamento della nostra “agonia”. In realtà – ha aggiunto Spataro – i provvedimenti presi di recente parlano di un taglio del 60% delle risorse per i servizi di pulizia che prestiamo nelle scuole, e anche con la prossima gara d’appalto che verrà gestita dalla Consip non potremmo fare più di tre ore al giorno, per uno stipendio da fame”.
Spataro, ha concluso dicendo che “Come sosteniamo da sempre, l’unica soluzione utile è quella di reinternalizzare il servizio di pulizia, facendoci assumere direttamente dal ministero: in questo modo noi avremmo finalmente la stabilità che abbiamo sempre chiesto e lo Stato risparmierebbe un po’ di soldini”. Noi siamo fiduciosi riguardo l’impegno delle istituzioni– ha detto Emilio Spataro – ma la mobilitazione continua e non intendiamo mollare”.
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