di Gianluca Albanese
SIDERNO – Chi si aspettava delle risposte dal pubblico per quella che è stata sicuramente l’edizione più sofferta del premio letterario “Città di Siderno”, intotolato ad Armando La Torre, può ritenersi decisamente soddisfatto.
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La sala grande dell’hotel President, infatti, era gremita in ogni ordine di posti, e molti sono stati gli spettatori che nel tardo pomeriggio di oggi hanno seguito la manifestazione in piedi. Insomma, è stato un successo, che conferma che il premio letterario presieduto da Aldo De Leo è più vivo che mai.
Merito sicuramente del suo leader carismatico, della bravura dei conduttori, dal brillante Ugo Mollica alla splendida Ivana Criniti, dell’impegno dei tanti soci che si sono autotassati per realizzarlo anche quest’anno. E della gente, che ha gradito lo spettacolo, arricchito dai numerosi e apprezzati intermezzi musicali a cura dell’accademia musicale “Chopin” di Sellia Marina, diretta dal maestro Elvira Mirabelli. E allora, viva il premio letterario. Che si è aperto proprio con lo sfogo del presidente De Leo, che non ha fatto mistero, nel suo intervento, delle difficoltà economiche riscontrate nella fase organizzativa, e che se da un lato non ha potuto esibire scrittori di fama nazionale, dall’altro, ha messo in risalto la bravura di tre insigni personalità del mondo culturale del comprensorio, che si sono aggiudicate i tre premi previsti dalla giuria: il pittore Giuliano Zucco e gli scrittori Giorgio Papaluca (vincitore nella sezione “Saggistica”) e Filippo Todaro, primo nella sezione “narrativa”. Giusto per ricordare che questa cittadina, che forse vive uno dei momenti meno felici della sua storia, almeno dal punto di vista istituzionale, è la terra di Armando La Torre, di Giuseppe Correale e di personalità viventi, come appunto Papaluca e Todaro.
Siderno terra di grandi uomini e donne di cultura e di lodevoli realtà associative, come SiderSiCambia, fatta di giovani soci e la cui giovane presidentessa ha consegnato alla Croce Bianca rappresentata dal presidente Alessio La Monaca, un defibrillatore, dono indispensabile per curare chi è affetto da gravi patologie cardiache acute.
GIULIANO ZUCCO Il pittore ha vinto il premio speciale intitolato al compiano scultore Giuseppe Correale. Ed era più che logico il sentito ricordo indirizzato dal vincitore alla memoria del grande scultore, alla presenza del figlio Francesco. «Il premio che ricevo – ha detto Zucco – non appartiene solo a me ma a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscere e stimare Giuseppe Correale, sia come uomo che come artista».
GIORGIO PAPALUCA Già preside dell’istituto tecnico commerciale “Guglielmo Marconi” fino al 1989 (ai tempi in cui chi scrive era studente di quella scuola e si relazionava quotidianamente con l’allora preside nelle vesti di rappresentante d’istituto e giovane massimalista in tempi di disimpegno politico e di quello che Roberto D’Agostino definiva “edonismo reaganiano”) ha vinto nella sezione “Saggistica” con un libro dedicato alla memoria dello scrittore calabrese Nicola Misasi «che – ha detto sul palco il suo successore nel ruolo di preside del “Marconi” De Leo – non fu solo lo “scrittore che narrò le gesta dei briganti”». Papaluca, nel ricevere il premio ha detto che «Questa manifestazione ha uno spessore nazionale, grazie all’impegno del suo presidente e di tutti i soci che col loro spirito di abnegazione gli hanno impedito di andare in naftalina».
FILIPPO TODARO Il gran finale è toccato a lui (nella foto piccola in home page). Giornalista e scrittore originario della Sicilia e roccellese d’adozione, che col suo “L’odore del rosmarino” ha vinto nella sezione “Narrativa”. Accompagnato dal dirigente scolastico Vito Pirruccio, Todaro (che nella vita è stato anche insegnante) ha incassato i complimenti del conduttore Mollica che ha definito la sua opera «Un libro esemplare, specie nella capacità di rispettare la sintassi e la buona scrittura» e di due donne tra le principali personalità del mondo culturale della zona, che hanno raccomandato la lettura del libro di Todaro nelle scuole. Il reading di alcuni passi fondamentali dell’opera a cura del giovane “sindaco dei ragazzi” di Siderno Fabio Sgambelluri ha anticipato il discorso del vincitore che ha condiviso il successo dell’opera con la dolce, graziosa e paziente consorte (nipote del compianto Armando La Torre) e ha concluso con un gigantesco attestato di stima nei confronti di Aldo De Leo. «Questo premio – ha detto Todaro – è vivo grazie all’impegno del suo presidente e fin quando ci sarà il premio “La Torre” non morirà mai».